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giovedì 21 luglio 2022

Diario / La bellezza collaterale (Confessione, finalmente).


Irene Navarra, Vedere, Fotografia e Grafica, 2022.



C'è stato un periodo della mia vita in cui ho creduto davvero di non farcela ad andare avanti.
Poi ho capito che dovevo respirare a fondo, immergermi nelle difficoltà che erano il mio pane quotidiano e tenermele strette.
Mi sono, dunque, servita delle difficoltà.
Le ho fatte mie, accettandole nella carne viva.
Su di esse ho affilato il pensiero, la capacità di analisi, l'intuizione.
Sono state la mia selce primordiale. Preziosa.
Così il sangue ha iniziato a scorrere leggero mentre si purificava e risanava le inutili ferite ricevute. 
La strada è stata lunga e tortuosa.
Anche buia.

Tuttavia la luce è arrivata.
Non so come, ma è avvenuto all'improvviso in una fredda giornata invernale di tanti anni fa.
Perché dovevo riconoscermi.
La mia legge interiore me lo imponeva.
E, in quell'aria inclemente che era il mio specchio, mi sono guardata.
Come sdoppiandomi, mi sono guardata.
Per la prima volta.
Mentre comprendevo finalmente che l'unicità è un valore ineliminabile.

Lo so. Sono diversa. In tutto.
Voglio stare nei miei Margini ricchi di fermenti.
Voglio scrivere per me. Senza smanie di successo.
Non voglio pubblicare nulla. Mi sono già denudata. Persino troppo.
Non voglio inventarmi recensioni e critiche e presentazioni di artisti e poeti. L'ho fatto. Non intendo continuare.
Non desidero vivere come in quel tempo lontanissimo di corse all'evidenza a tutti i costi.
Non desidero incontrare le ambizioni altrui.
Piaccio? Va bene. Non piaccio? Va bene lo stesso.
La mia solitaria campagna è appena fuori dalla porta. Pippo Magnifico Setter Inglese mi trotterella accanto.
Uno sguardo e il mondo si fa nostro.
Nel nostro mondo non c'è posto per nessuna ipocrita presenza.

Adesso amo questo mio lato speciale che mi ha meritato Condanna e Inquisizione.
E so per certo che non c'è colpa nell'essere diversi.
La selce mi ha affilata bene.
Resto qui a dirlo.

20 Luglio 2022

sabato 6 febbraio 2021

Poesia / Frammento 23: Il respiro dell'Universo.

Essere.
 Sé e Altro da sé.
Contemporaneamente.
E coglierlo
quest'Attimo di rapimento estremo.
Cogliere il suo cuore prodigioso
che batte sempre più sonoro.
E dilatato.
Come fosse eterno.
Sentire nei polmoni
il refrigerio di un Respiro
che è dell'Universo
mentre si fa tuo.
Perché da quel Respiro inestinguibile
viene la Vita di ogni Anima immortale.
E il Tutto.

Irene Navarra, Dentro il respiro dell'Universo, Fotografia e Grafica, 2 ottobre 2020.

Nel nido di piante dal fogliame ancora folto e impreziosito da qualche tardivo grappolo di fiori, il Tempo si inviluppa orizzontale e la Parola fiata appena un gioco di suggestioni e voli.
Sommessamente.
Sì, la Parola ha vita propria quando la lasci fare.
Tronco, Foglie, Verde, Fiori, Aria, Vento sono - Parole e Concetti - nella Visione che mi attrae e si dipana come fosse vera.

Me ne sto immobile davanti a questo trionfo di natura - quasi di statua il corpo - mentre la mia sostanza eterea si abbandona a percezioni nuove. Così mi arrampico lungo un tronco liscio come se camminassi sul sentiero che mi porta dalla campagna a casa, poi mi siedo su un ramo e allungo una mano per toccare Foglie dalla buona voce frusciante, mi vesto del loro Verde mentre la pelle si screzia in venature iridate e vibro di coccole rosa e Fiori effimeri al Vento che mi scorre donandomi un unico respiro lungo d'Aria limpida.
Sono - lo so, lo sento - umile fibra dell'Istante.

Come un'allegoria, questo girovagare solitario della mente in sottile esperimento.
Sensi slacciati, i miei.
E pensieri condensati nell'Incanto.
Perennemente presenti.
All'Infinito.