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martedì 25 aprile 2023

Poesia / Percezioni: Respiro breve il mio, il nostro (da Ambigua-Mente Poesie).


Eccomi qua, tra la Rosa delle antenate e gli Astri che sono i miei fiori di nascita.
Astri settembrini di tinta Magenta, colore che amavo moltissimo quand'ero bambina.
I disegni delle mie principesse avevano sempre i vestiti sontuosamente dipinti di Magenta.
Vaporosi, fluttuanti nelle gonne, a giustacuore nei corsetti. Il manto, invece, si connotava di tutte le sfumature del cielo: dal Bianco, all'Azzurro, al Celeste. Blu intenso in genere ai bordi, rifiniti anche di qualche tocco d'Argento. Metallo di cui immaginavo fatta la tiara che portavano sui capelli, molto lunghi e ribelli e neri ala di corvo. Un po' spettinati dalla Bora.
Più streghe che principesse, forse.

Irene Navarra, La Rosa antica, gli Astri settembrini, la Rete, Fotografia, 2014.


Ed eccomi ancora, sull'onda del ricordo, in una lirica che mi rappresenta come la Rosa antica e gli Astri settembrini e la Rete di ferro battuto da cui, simbolicamente,
sono trattenuta al di qua del pieno circuito esistenziale.
La casa e il giardino sono per me rifugi inalienabili.
Benedetta sia la Rete.

Di Astri settembrini
è fatta la vicenda
che si evolve e muore
nell’arco di un respiro.

Respiro breve il mio, il nostro.
In aspro contrappunto
a quello della patina di crespo
– un flusso eternamente –
dove s’incaglia
questo vivere di gelo.

(Da Percezioni, 2005 - 2023. In editing come: Irene Navarra, Ambigua-Mente Poesie - [© Tutti i diritti sono riservati].

Per saperne di più sul mio stretto rapporto con gli Astri settembrini, clicca Qui. Accederai così alla pagina loro dedicata in correlazione, peraltro, con la mia nascita.


domenica 19 marzo 2023

Poesia / La bellezza collaterale: Diario e Tanka 31 (Lode al Carciofo).


Sin da piccola ho amato osservare alcune verdure. I Cavoli, i Broccoli, i Carciofi mi attraevano come calamite vegetali. Soprattutto i Carciofi. Ne seguivo con le dita la lorica sfumata di verde-viola, allargandola con delicatezza per cogliere il crema tenero delle parti non esposte, mentre sognavo viaggi avventurosi in boschi opulenti di Carciofi divenuti alberi.
Avevo già in me l'incanto delle architetture naturali sovrintese dalla sezione aurea.
Inconsciamente.
Negli anni, poi, ne ho scoperto ragioni scientifiche e regole. Ma la consapevolezza non mi ha tolto la gioia intatta dell'osservazione soffusa di stupore infantile.
L'arcano continua a ogni incontro.
Così ne scrivo.
E gli dico:

Tu, Carciofo, non sai di essere stupendo.
Svetti.
Ma con modestia.
Senza aspettarti complimenti.
Dentro il tuo corpo corazzato nascondi la camera segreta dove fiorisce il cuore.
In un giaciglio di fieno bianco-rosa - puntuto a volte e a volte molle come peluria di pulcini - aspetti la rivelazione.
Arrivo là lungo un sentiero impervio, di brattea in brattea.
Articolandomi a spirale fino a insinuarmi nell'aureo prodigio della tua sostanza, che si difende ma impotente.

Irene Navarra, La Bellezza del Carciofo, Fotografia, 19 Marzo 2023.


Pacatamente
s’offre proteggendosi
di foglia in foglia
finché nel cuore nudo
rivela il miele.
#Tanka 31

U-May

giovedì 16 marzo 2023

Poesia / Tanka 30 e Diario: La bellezza collaterale (Oltre ogni muro).


E nella vita
che si rinnova, spero -
L' Anima vola
per completare il viaggio
oltre ogni muro.
#Tanka30

U-May

Irene Navarra, Lungo il muro, Fotografia, Marzo 2018.

Il tema del viaggio mi affascina da sempre.
L'ho approfondito con interesse per ragioni sia personali sia legate alla mia professione di insegnante, muovendomici idealmente e imparando a conoscerne i risvolti. Me ne sono appropriata, insomma, a partire da quello di Odisseo o dell'avventura favolosa di Capuccetto Rosso attraverso il bosco, per arrivare ai contemporanei “voli” nello spazio.
Vicende, queste, che non mi si addicono.
Io sono più modesta.
Camminare lungo un muro rappresenta per me il vero e proprio viaggio. Unico, direi. Quasi una sfida all'ovviamente banale di ogni giornata. L'Al di qua segna, infatti, il percorso che sto affrontando al presente, e l'Al di là quanto ho lasciato né posso più avere in concreto.
In mezzo sta il muro.
Che è di pietra mista a laterizio e non ha cocci aguzzi di bottiglia* in cima. Si orna, invece, di tegole sovrapposte che ne definiscono la rustica eleganza. Circoscrive lo spazio di un Parco antico, caratterizzato da essenze arboree rare, ed è il limite concreto oltre a cui getto quotidianamente il mio cuore assetato di Bellezza.
Là la ritrovo.
Non fisicamente perché il luogo non è più patrimonio dell'Ordine Monastico delle Orsoline e io non ho il permesso di entrarvi, bensì spiritualmente perché ogni giorno ci faccio casa e ricostruisco una a una le tarsie di una storia già vissuta. Rivedo i tassi e la sughera centenaria che mi ospitarono compiacenti in lunghi anni di frequentazione e appassionati abbracci, recupero i colori vivi delle camelie e dei tulipani che ne ornavano le aiole, inseguo il mio Golden Pablo che non c'è più nella fragranza 
 della menta selvatica e dei secolari cedri del Libano.

Lo scalo, dunque, questo mio muro quotidiano.
E lo travalico.
So che c'è un Oltre.
So che mai ha precluso ai sensi alcuna visione percettiva. I profumi, le voci, le visioni che contiene sono in me, nel mio immaginifico DNA. Quando evocati in episodi di memoria involontaria, dilagano con la forza della Luce in un mattino limpido di Primavera. Lei, la Luce, preserva i semi, le piante, le ruvide cortecce, i lisci tronchi, le asprezze del bosso, le sensazioni dolci del Tempo della Gioia pronte a ripresentarsi e mescolarsi con quelle dell'agra consuetudine.
Per questo posso sperare in un Altrove che ne contenga i richiami e sparga tracce abbondanti di riferimenti.
Da qualche parte devono pur arrivare.
Spero, quindi.
Imbrigliata nella macchina del Tempo, nutro la mia Speranza.
Malinconicamente persuasa.
Ma senza paura.

*Eugenio Montale, Meriggiare pallido e assorto, in Ossi di seppia, v. 15, Mondadori, 1948.


mercoledì 15 marzo 2023

Poesia / Diario: La bellezza collaterale (Ci sono giorni - Tenus ad sidera).


Irene Navarra,  Spiragli, Fotografia.


Lassù

(nel cielo, intendo, 
profondo azzurro e nubi rosse stamattina)

non è per nulla facile arrivarci.

Ci sono giorni in cui hai ali
adatte a voli transmarini
ma sopra e attorno
esiste solo un telo ibrido di muffe
senza lacerazioni o fibre lise
da cui guardare.

Ci sono giorni in cui hai corpo affusolato
e remiganti per tentare le correnti
e dispiegarti nella vastità
che senti tua
ma non la puoi vedere
con le pupille color bianco di neve
e ti disperi
e piangi.
Inutilmente.

Ci sono, invece, giorni di meditazione
in cui non hai né vista né piumaggio
però tu voli e canti e ridi
e ti accompagni agli astri 
più rutilante di una stella
senza spostarti dal tuo sasso di fiume
nella campagna intrisa di silenzio umano.

Sì, questi sono giorni benedetti.
Giorni di Dio.
E un po' del dio nascente in te.

Irene e U-may 


giovedì 21 luglio 2022

Diario / La bellezza collaterale (Confessione, finalmente).


Irene Navarra, Vedere, Fotografia e Grafica, 2022.



C'è stato un periodo della mia vita in cui ho creduto davvero di non farcela ad andare avanti.
Poi ho capito che dovevo respirare a fondo, immergermi nelle difficoltà che erano il mio pane quotidiano e tenermele strette.
Mi sono, dunque, servita delle difficoltà.
Le ho fatte mie, accettandole nella carne viva.
Su di esse ho affilato il pensiero, la capacità di analisi, l'intuizione.
Sono state la mia selce primordiale. Preziosa.
Così il sangue ha iniziato a scorrere leggero mentre si purificava e risanava le inutili ferite ricevute. 
La strada è stata lunga e tortuosa.
Anche buia.

Tuttavia la luce è arrivata.
Non so come, ma è avvenuto all'improvviso in una fredda giornata invernale di tanti anni fa.
Perché dovevo riconoscermi.
La mia legge interiore me lo imponeva.
E, in quell'aria inclemente che era il mio specchio, mi sono guardata.
Come sdoppiandomi, mi sono guardata.
Per la prima volta.
Mentre comprendevo finalmente che l'unicità è un valore ineliminabile.

Lo so. Sono diversa. In tutto.
Voglio stare nei miei Margini ricchi di fermenti.
Voglio scrivere per me. Senza smanie di successo.
Non voglio pubblicare nulla. Mi sono già denudata. Persino troppo.
Non voglio inventarmi recensioni e critiche e presentazioni di artisti e poeti. L'ho fatto. Non intendo continuare.
Non desidero vivere come in quel tempo lontanissimo di corse all'evidenza a tutti i costi.
Non desidero incontrare le ambizioni altrui.
Piaccio? Va bene. Non piaccio? Va bene lo stesso.
La mia solitaria campagna è appena fuori dalla porta. Pippo Magnifico Setter Inglese mi trotterella accanto.
Uno sguardo e il mondo si fa nostro.
Nel nostro mondo non c'è posto per nessuna ipocrita presenza.

Adesso amo questo mio lato speciale che mi ha meritato Condanna e Inquisizione.
E so per certo che non c'è colpa nell'essere diversi.
La selce mi ha affilata bene.
Resto qui a dirlo.

20 Luglio 2022

lunedì 18 aprile 2022

Diario / La bellezza collaterale: (La vera essenza del creato - Con Dante Alighieri).



Ciò ch'io vedeva mi sembiava un riso
de l'universo; perché mia ebbrezza
intrava per l'udire e per lo viso.

Oh gioia! oh ineffabile allegrezza!
oh vita integra d'amore e di pace
oh sanza brama sicura ricchezza!


Dante Alighieri, La Divina Commedia, Paradiso, Canto XXVII, vv. 4 - 9.
 
Irene Navarra, La vera essenza del creato, Disegno grafico, 2022

(Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire)

In gloria mi desto tra le tue chiome, meraviglioso Ciliegio che stai fogliando e fruttificando dopo i fiori.
Mi desto, sì. Nel senso che mi scrollo di dosso scorie millenarie di convinzioni e apparenze per guardare, finalmente, con occhi puri.
La sensazione è prodigiosa.
Ti vedo circonfuso da cerchi colorati.
Sbatto le palpebre, mi sfrego convulsamente gli occhi, e capisco: sto cogliendo la tua vera essenza. Quella magnifica e rutilante immagine sottile che gratifica il creato e il suo artefice.
Da stamattina - da quando ti ho visto veramente per la prima volta in tutto il tuo splendore -, mi si fanno incontro segni speciali.
La natura sostanziale di tutti gli esseri – dagli alberi alle pietre; dagli animali all'uomo - mi racconta novelle mai udite prima, in visioni di luce che sono il "riso dell'universo", come dice l'Alighieri, maestro eccelso di poesia immaginifica.
E io ne godo.
Oh, se ne godo!
Il mio Setter Pippo, mi trotterella accanto soddisfatto.
Lui conosceva già questo segreto del bagliore occulto e dei giochi fantasmagorici di forme.
Me lo fa capire con lo sguardo più brillante del solito e il buffo sorriso a bocca larga mentre agita le orecchie così morbide e lunghe da sembrare vele al vento.
I cani sono molto saggi.


sabato 24 ottobre 2020

Poesia / Diario: La bellezza collaterale (Astri).

Queste meraviglie sono i fiori che mi hanno accompagnata alla nascita. Con i loro colori, divenuti per destino i miei colori, parlano un linguaggio che capisco istintivamente. Adoro il magenta perché mi induce alla calma meditativa, amo il verde per la sua equilibrata freschezza. In unione complementare mi rendono migliore. Quasi serena.
Nel puro accordo naturale degli Astri mi ritrovo.

Oggi ho sentito l'esigenza di coglierne alcuni dalla rigogliosa bordura che orna il muro di cinta di casa. Volevo strapparli all'effimero del tempo autunnale e ritrovare frammenti di storie perdute.
Pablo ci giocava sempre. Vi si immergeva a cercare lucertole.
Io vi immergo le mani a cercare Lui.
La mia bellezza collaterale ora sta solo in questo.
Per il momento mi basta. 

Irene Navarra, Astri, Grafica, 24 ottobre 2020.

Astri splendenti
nel nido delle mani.
Così li penso, questi fiori
che mi hanno benedetta di colore
il giorno della nascita.
Li avevo a profusione nella culla.
Avrebbero stornato ogni malanno
e l'anatema più esecrabile:
non accostare mai le labbra
alla vena profonda dell’Amore.