Si è compiuto un ciclo per me.
Quello dell'investitura cromatica.
In questo assolato pomeriggio trascorso a girovagare tra le grasse zolle della mia campagna ho sentito la prepotenza del colore invadermi e conquistarmi. Le mie difese umane si sono dissolte. Arresa all'imponderabile attrazione che intrideva l'aria, ho respirato Viola, Verde e Ocra: i pigmenti prodigiosi della mia Terra in Aprile. Quando cioè:
In questo assolato pomeriggio trascorso a girovagare tra le grasse zolle della mia campagna ho sentito la prepotenza del colore invadermi e conquistarmi. Le mie difese umane si sono dissolte. Arresa all'imponderabile attrazione che intrideva l'aria, ho respirato Viola, Verde e Ocra: i pigmenti prodigiosi della mia Terra in Aprile. Quando cioè:
Di tocchi lievi
ha il passo Primavera.
Vestendo viole.
La Meditazione conseguente è stata quanto di più spontaneo potesse accadermi. Ne porto ancora i segni cangianti sulla pelle. Probabilmente li vedo solo io. Ciò però mi basta.
Irene Navarra, Di viola e Ocra, Acquerello grafico, 5 Aprile 2021- |
Avverto una fragranza fervida
mentre percorro a passi lenti
il mondo agreste dietro casa mia.
Al bordo del tratturo solitario
fioriscono le viole in chiazza densa.
Svettano fili d’erba dura.
Mi siedo nella polveredavanti a quella zolla vivadi corolle un po’insolenti. Suggestive,Vi immergo i palmi delle manie sento la sua granapervadermi sottile.Me ne sto quieta- le mani nella zolla,gli occhi allagati dal suo viola –ad ascoltare il nuovo cuore florealeche batte balsamo screziato.Resto allacciataa questo suolo benedettodove ogni senso si fa lievee il corpo vibra rigogliosoin fremito crescente.E poi, di colpo,un lampo nel pensiero:“Oggi non ho guardato il cielo”.Inspiro Viola. Impasto Viola nella boccacome se fosse vino resinato.Espiro gromma scura.Inspiro Viola e Verdein fibrillante brezza nella gola.Espiro rimasugli di pantano.Inspiro Ocra luminosa.Espiro lacci di parole.Si libera la voce.
Dirò delle colline d’oro bizantino,del loro ridere discretocon qualche tocco d'ambra.
Dirò anche del cielo.
All'orizzonte cromo chiaro.In alto un fiato cilestrino appena apparso.
Alle pendici: io. Le viole.
Stupenda poesia che ti libera la mente e ti porta sul posto dove descrivi
RispondiElimina, grazie
mi sembra di sentire il profumo della mammole.Brava Irene!
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