Visualizzazione post con etichetta #droga. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #droga. Mostra tutti i post

lunedì 19 giugno 2023

Prosa / 145474: Incantamento fatale. Racconto di Riccardo Bortolami.

 

Irene Navarra, Il Violinista  / Storia di una malia collettiva, AI e Grafica, 19 Giugno 2023.




    La sua musica attirava tutti.
    Li faceva sentire galanti.
    Ognuno, dal contadino più umile al più ricco dei re, si ingentiliva al solo ascolto.
    Le corde melodiose del suo violino portavano la gente in un mondo diverso, dove non c’erano ostacoli, imposizioni, vincoli.
    Questo perché le note liberate dallo strumento agivano come una droga.
    I cuori battevano più velocemente, le emozioni diventavano intense e prendevano il volo alla ricerca dell’origine di quel prodigio. Ed esse, le emozioni, una volta trovata la fonte del concerto che le aveva generate, si lasciavano catturare ed entravano nel nucleo del violino stesso, aumentandone il potere.
    Si intuisce, quindi, che quel violino incatenava le suggestioni per nutrirsene.
    Anche gli animali, sia domestici sia selvaggi, erano affascinati dai suoi suoni, così come un bimbo lo è dai giocattoli colorati.
    Tra le creature a quattro zampe gravitanti attorno a quello strumento, che pareva avere vita propria, c’era un gatto. Dapprima timido, poi sempre più temerario, si era avvicinato imprudente alla fonte dell'armonia meravigliosa, seguendone la traccia nell’aria.
    E fu la sua condanna perché, quando arrivò al musicista che la produceva, si attaccò alla sua gamba e rimase lì giorno e notte, senza alcuna cura di sé.
    Dimentico della sua famiglia, del nutrimento adeguato, dei sonnellini tra l’erba, delle cacce diurne e notturne, incominciò a deperire, nel silenzio assoluto di una sorta di luttuoso incantamento.
    Anche il quartiere, un tempo vivace, ora giaceva muto e immobile.
    Gli abitanti avevano ceduto al brivido inquieto del violinista, che continuava a suonare, e a suonare, e a suonare.

    Morirono uno a uno.
    Morirono di musica.
    L’unico piacere che bramavano.
    Niente cibo né acqua, solo il loro amore per la musica reso schiavo.
    Mentre il violinista pazzo, ignaro della distruzione che aveva causato, muoveva l’archetto sullo strumento perso nelle sue note, 
la città si fermò e prese a coprirsi di uno strato di polverina grigia.
    Così, non percependo nessuna vibrazione vitale attorno a lui, il Violinista si avviò verso altri luoghi ancora pieni di energia.
    Si avviò con il suo talento, la sua passione, il suo violino ipnotico.