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mercoledì 28 giugno 2023

Prosa / 145474: Nuvole. Racconto di Silvia Valenti.

 

Irene Navarra, Guardando le nuvole, AI e Grafica, 28 Giugno 2023


     Se vuoi vedere le valli, sali in vetta ad una montagna; se vuoi vedere la vetta di una montagna, sali su una nuvola; se invece aspiri a comprendere la nuvola, chiudi gli occhi e pensa. (Kahlil Gibran)
    Avere la testa tra le nuvole e non capire di che materia preziosa esse siano fatte.
    Certo, bisogna chiudere gli occhi, ma si perde l’equilibrio. E senza equilibrio si barcolla e si sbatte la testa ovunque come chi ha appena perso la vista e deve abituarsi, potenziare gli altri sensi.
    Eppure, una volta caduti, inermi di fronte alla vita che ci strappa in brandelli, è catartico riaprire questi occhi (ciechi), guardare su e osservare il carosello impalpabile che si srotola e si annoda, bianco e soffice, delicatamente cangiante o scuro e minaccioso, quasi puntuto.
    Alla fine chi siamo noi di fronte alla grandezza delle NUVOLE?
    Infinitesimi granelli di polvere che si protendono mulinellando verso l’ineffabile.
    Bambini vecchi e vecchi bambini che immaginano creature mutaforme.
    Cercatori di tesori (dell’anima).
    Eterni sognatori.
    Et
erni disillusi.

Per leggere gli altri scritti di Silvia Valenti, si seguano i seguenti link:

sabato 17 giugno 2023

Prosa / 145474: Musica, solo Musica. Racconto di Silvia Valenti.

   

Irene Navarra, Il Violinista verde, AI e Grafica, 17 Giugno 2023.

    Scorre vibrando la nota.
    Ha radici profonde di dolore.
    Livida e tagliente sulla pelle, verde.
    La musica. La musica è tutto il mio universo. Fatto di colori abbaglianti, di pause che assordano, di onde cariche di messaggi.    
    Io sono questo, suoni armoniosi declinati in note stonate, attonite spettatrici di un naufragio emozionale.
    Le dita sulle corde come su lame affilate si consumano lacerandosi fino alle ossa. Cadono note di sangue su uno spartito consunto dal pianto.
    Eppure la ballata non ha una fine, danza dentro di me vorticando, travalica i confini del corpo per respirare la luce, esplode in ricordi e visioni.
    Non distinguo più ciò che mi appartiene da ciò cui io appartengo.
    Nondimeno continuo a suonare. Attraggo creature, respingo gli uomini. Forse vivo ancora, ma non ne sono certo. Mi chiedo il perché del mio folle volo, ma la risposta sono le dita che pizzicano e scivolano e l’archetto che danza di propria volontà.
    Sono ETERNO.

Se vuoi saperne di più su Silvia Valenti, segui il link Qui.