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martedì 15 febbraio 2022

Poesia / Tanka: Lungo il tratturo.


Estate 2015. Grado.
Nel guardare questa foto resto col fiato sospeso.
Ritrovo la luce splendente di quel giorno di gioia pura.
Ho accanto il mio Golden Retriever Pablo.
La meta, la immagino con trepidazione.
Mi pare di cogliere un luccichio di laguna
tra i cespugli all'orizzonte.
Tra poco mi riempirò gli occhi di acque verdi-rosa-azzurre,
di sabbie cangianti, legni levigati ed erbe aride.
Profumo di salso nell'aria.
Una nota più forte di granchi morti e alghe.
Si affoltano in me le sensazioni.
Sono di nuovo là.
Allora.

Irene Navarra, Lungo il tratturo / Grado, Fotografia Estate 2015, Grafica 15 Febbraio 2022 .

Lungo il tratturo
un passo dopo l’altro
afa pesante
nel sole che mi abbaglia.
Dopo i cespugli, il mare.

Grado, 2015

venerdì 26 marzo 2021

Poesia / Frammento 31: Per il mio Lui che sta arrivando.


Ti aspetto. E tu lo sai.
Dentro il mio cuore brilla una certezza:
saremo Gioia Pura insieme.

Ho appena scoperto di aver scritto questo Frammento il giorno 13 Novembre 2020, mentre aspettavo l'arrivo di Pippo (allora Zorro), il setter di nove anni e mezzo che avevo deciso di adottare dopo aver visto il suo sguardo in foto. Lui mi è stato consegnato pochi giorni più tardi. Così è iniziata la nostra avventura di Felicità. 
Pippo è, adesso, la mia Destinazione Gioia.
Spero che, a poco a poco, riuscirà a dimenticare gli anni passati dentro una gabbia da riproduzione.


Irene Navarra, Pippo, Fotografia, 2020.


lunedì 27 aprile 2020

Poesia / Diario: La bellezza collaterale (Destinazione Gioia).



Irene Navarra, Pablo↔Destinazione Gioia 2020, FotoInstagram 2018.


(Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire)

Destinazione Gioia

L’immagine lo racconta bene questo mio speciale senso di sintonia con il Creato. C’è Pablo golden retriever, il mio amatissimo spirito-guida strappato a una morte terribile per denutrizione quando aveva solo 4 anni e mezzo, c’è un sentiero sinuoso verso un punto lontano che poi è un cipresso solenne. Dietro naturalmente ci sono io che fisso il momento in uno scatto, conscia del sapore aoristico che l’avrebbe connotato.
La vita, la vivo come una scena piena di messaggi simbolici. 
Ora ho compreso appieno perché quell’istante bloccato per sempre ha rappresentato un punto di svolta del sentire. 
Da allora non ho pubblicato nulla sul mio profilo Instagram (me ne rendo conto adesso). Correva l’anno 2018. Si era in aprile. Il 17 per la precisione. 
Avevo Altro a cui pensare.
Parliamo quindi dell'Altro (in filosofia spicciola).
Conosco la parola yuj (योग). E’ un verbo sanscrito e significa unire, legare. Il fatto magnifico risulta però misteriosamente subliminale essendo anche la radice etimologica del termine gioia. La parola yuj con il suo concetto, la possiedo nell'intimo - ne sono certa -. Mi sale infatti spontanea alle labbra se entro in comunione con Lei, la Natura Grande Madre, che mi accoglie e innalza sino alle nubi e al cielo profondo, tingendomi i capelli d’azzurro mentre volo oltre le sfere in meditazione mistica. Mi capita talvolta nel mio paradiso destrutturato (qui il post) di provare questi intensi stati dell'essere. Negatori della materia perché originati in sostanze eteree di antica memoria.
Mi annichilisce quasi il pensiero che il mio più imperscrutabile residuo di coscienza assoluta, libero per genesi primigenia, lo pronunci spesso, in mantra sottile, il suono yuj. E lo dilati rendendolo come il vasto mare che accoglie tra le sue braccia liquide e culla chi vi si immerge.
Così mi abbandono fiduciosa e mi riconnetto e interconnetto finita / infinita, vitale pur senza sensazione fisica di me. 
Un itinerario già scritto, pertanto, questo indicato dal suono yui. Insito nella stessa energia che aleggia attorno a noi ed è nostra parte costitutiva.
E se questa inclinazione tatuata in me porta al cosmo tutto, consiste altresì nel cosmo tutto. Ogni minimo granello della mia essenza vibra all’unisono con le infinitesime particelle di quanto intensivamente ed estensivamente si fa nutrimento quotidiano. Lo so: vaporose masse di luce candida contengono noi creature contenenti.
Unione, dunque, come Gioia.
Ecco svelato l'arcano: Destinazione Gioia, l’esistenza.
Capirlo è intuire la nostra forma genuina e renderla esperienza di riconoscimento in una dimensione superiore. Sempre sacra. 

27 aprile 2020