In una notte di mezz'Inverno.
E poi succede che quanto ti sembrava sicuro (la casa nella roccia, la scrittura, Luna) diventi, improvvisamente,
instabile e indefinito
Allora tenti in tutti i modi di ritornare a quel briciolo di certezza conquistata in battaglie epiche con te stessa.
La lotta, così, si fa impari e chiama in causa tutte le tue risorse - visionarie per lo più -
e tutte le residue forze spirituali.
Finché intuisci.
Il male sta in te.
Non c'è alternativa.
Sfogliando le tue pagine lo interpreti chiaramente.
E ti rassereni almeno un po'
di fronte all'ineluttabile.
Mentre Luna se ne sta in disparte
immersa nel suo eterno pianto opalino.
E tu non puoi fare altro
che ammirarne lo spettacolo
del tutto indipendente da te.
Ho occhi velati dalle palpebre
truccate per l'evento
dell'incontro mistico con Luna.
Dal giardino madido di guazza al cielo,
salendo sulla scala dei suoi raggi.
E là, nella platea gremita di adoranti stelle,
scrollo brillanti di rugiada dalle ciglia
per riconoscerne l'aspetto.
(Il cuore in petto
è come una trivella.
Voyeur di attimi
vorrebbe conquistarli
con la guerra dei suoi rulli.
Ucciderebbe, forse, per averli.
Così Lei, Luna, disturbata
dall'abnorme vibrazione
danza una suite di voile
e si allontana
in un singulto che le scuote
la bocca d'alabastro.
Attorno un pianto sfolgorante
lucida il platino improvviso
per la messinscena
dell'Applauso.)