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lunedì 5 ottobre 2020

Poesia / Frammento 21 (Piovono gemme?).


Haiku? Non-haiku? Haiku occidentale con variazioni e interferenze?
Desiderio di identificazione e libertà.
Questo sì.
Penso che sia proprio questo il mio intento.
Le regole mi stanno strette.
Niente imposizioni di una dimensione bella ma lontana, quindi.
E via libera alle metafore, alle analogie, ai punti, alle virgole. Alla nostra tradizione linguistica e poetica, insomma. Così unicamente straordinaria.

Vetro stillante
la pioggia del mio ottobre.
Filtra nel cuore.

E poi:

sale la Bora
scrollando chiome
a cedri giovinetti.

Piovono gemme?

Irene Navarra, Stille, Fotografia.
Capriva del Friuli, 5 ottobre 2020.

Se vuoi saperne di più sulla mia Poetica del Frammento (Non-Haiku) clicca Qui, e Qui, e ancora Qui.
L'inizio del percorso lo trovi Qui.

venerdì 2 ottobre 2020

Poesia / L'opera incompiuta: Un gusto strano nella bocca.


Eccoci al Quinto Tempo de L'opera incompiuta (qui il quarto). Attraverso la memoria, il valore del corpo tutto, sorprendentemente, ritorna. Rifiuti quindi quanto volevi essere. Non più linfa vegetale, smania di mutazione pur di non provare ancora quella pena che ti squarta come un affilatissimo coltello. Lo stupore invece di ogni più infinitesima percezione sensibile. Riscoprire il sangue. Qualcosa in te richiede attenzione, richiama odori sapori colori. Il cuore è chiuso alle emozioni ma i sensi sono in allerta. La pioggia sferza.
Le ferite inferte tingono d'orrore forse necessario la tua sostanza.
Cerchi il cielo.
Eppure la terra ti trattiene.
Sembra un inizio.
È il Ritorno.
Questo chiede chi non c'è più.
Ma dilaga ancora il nulla al di qua dal corpo, che esige la sua parte e ti spinge a tentare di esistere senza.

Irene Navarra, La sostanza del sangue, Fotografia, 2 ottobre 2020.


Un gusto strano nella bocca.
Sale. Zucchero. Ferro.
Una strisciata di saliva tinta
sul dorso della mano.
Sangue.

Un modo per sentirmi viva
mordermi la guancia
assaporare il mio sapore
vedere il mio colore?

Come accadeva allora. Quando
succhiavo con cautela incerta
il ginocchio sbucciato sull’asfalto
cadendo dalla bicicletta rossa.

L’infanzia che ritorna.
Memoria dentro il corpo.
E il nulla di qua da
segnato da una pioggia
indifferente.