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sabato 24 ottobre 2020

Poesia / Diario: La bellezza collaterale (Astri).

Queste meraviglie sono i fiori che mi hanno accompagnata alla nascita. Con i loro colori, divenuti per destino i miei colori, parlano un linguaggio che capisco istintivamente. Adoro il magenta perché mi induce alla calma meditativa, amo il verde per la sua equilibrata freschezza. In unione complementare mi rendono migliore. Quasi serena.
Nel puro accordo naturale degli Astri mi ritrovo.

Oggi ho sentito l'esigenza di coglierne alcuni dalla rigogliosa bordura che orna il muro di cinta di casa. Volevo strapparli all'effimero del tempo autunnale e ritrovare frammenti di storie perdute.
Pablo ci giocava sempre. Vi si immergeva a cercare lucertole.
Io vi immergo le mani a cercare Lui.
La mia bellezza collaterale ora sta solo in questo.
Per il momento mi basta. 

Irene Navarra, Astri, Grafica, 24 ottobre 2020.

Astri splendenti
nel nido delle mani.
Così li penso, questi fiori
che mi hanno benedetta di colore
il giorno della nascita.
Li avevo a profusione nella culla.
Avrebbero stornato ogni malanno
e l'anatema più esecrabile:
non accostare mai le labbra
alla vena profonda dell’Amore.

giovedì 6 agosto 2020

Poesia / Percezioni: La mia è una natura floreale. Persino arborea.

Sondare la tua essenza per capire chi sei, può diventare un dramma, se non rinunci a vederti nella nudità più disarmante e aliena. La meditazione in ciò aiuta, soprattutto quando sperimenti la tipologia regressiva in cui è maestro il grande psichiatra Brian Weiss. Riappropriarsi del vissuto inconscio per capire meglio il conscio, porta una letizia tale che ti senti in grado di far ballare un tango sfrenato alle tue gambe inadatte a qualsiasi esercizio fisico che non sia il puro passeggio lento. Provare per credere. Un suggerimento, questo, palesemente trito e ritrito. E anche di infecondo carattere esortativo. Banale in verità, ma necessario perché la ricerca sulle vite trascorse risulta troppo efficace come metodo di riconoscimento. Un tanto non per rivelare che ho scoperto di essere stata una macchia giallo-rosa spalmata tra l'erba a mo' di improbabile fiore, o un albero piuttosto scomposto, oppure un modesto rivo dalle acque malva-oro. Non ho questa presunzione. Tuttavia, dopo prove e controprove, mi sento di affermare che, forse, è proprio così. Sono stata un fiore, un albero, un rivo.

Irene Navarra, Idee native, Disegno grafico, 5 agosto 2020.

Mi muovo in una scena strana
formata da elementi vegetali non perfetti.
Solo abbozzati in geometrie puerili.
Schizzi essenziali, idee native
con dentro l’anima di alberi e di fiori.
Ho i loro semi radicati nelle mani.
Dai pori della pelle rampollano
pulsioni fresche. Aculei di sensazioni.
Pistilli intrisi di sentori intensi. Oscuri.
Mi dicono che sono floreale.
Persino arborea.
Credo di sì.
E mi confonde un po’
questa natura vaga in redenzione dal mio corpo,
intendere la resina di sangue e linfa verde
in turbinio perenne nelle vene.
Però mi alletta il primordiale gancio
che mi trascina indietro 
a riscoprire inizi senza uso di parola.