Irene Navarra, La mia Camelot, FotoInstagram. Gorizia, 19 aprile 2015. |
(Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire)
Ci sei ma non fai rumore
Non ci sono parole adatte a descrivere la divina armonia dei momenti fissati nelle immagini a corredo del post. In quegli anni tutto era perfetto. I luoghi brillavano di storie positive. Erano incise nei sassolini dei sentieri, negli alberi centenari, nei fiori.
Allora vivevo in sintonia con l'universo e spesso, rapita da una letizia profonda, abbracciavo un tronco rugoso di quercia oppure passavo la mano aperta in carezze leggere tra le bordure colorate delle aiuole. Per il chiaro percepire di una dimensione altra, mi abbandonavo sensitivamente alla ricerca della felicità. Che mi si dischiudeva sempre. Pablo ne era umile e inconscio tramite. Trascinandomi infatti in avventure minime e straordinarie, tutto eccitato di spontanea curiosità, favoriva il nascere di intuizioni prodigiose. Fino alla rivelazione del sacro aspetto intimo di ogni elemento naturale. La fantastica Camelot del Parco del Monastero delle Orsoline con la sua tavola rotonda e i suoi sedili di arenaria diventava così lo scenario magnifico di un'esplosione di gioia intensa che finiva in danza e corse al ritmo allegro di zampe e piedi battuti freneticamente sul terreno.
Quel tempo è stato inghiottito dal dolore del Distacco.
Tu, Pablo - compagno di molte avventure, mia amabile creatura - ci sei ancora. Ho nei palmi delle mani il tuo odore delicato, negli occhi l'eleganza dell'incedere. Sei radicato nei miei pensieri. Ogni lacrima è un riflesso dell'immenso splendore della nostra vita insieme.
Ci sei. Sereno e, finalmente, libero.
Ci sei. Ma non fai rumore.
Ci sei. Ma non fai rumore.
Posso ricrearti in visioni precise. Vederti mentre rotoli da un pendio, insidi un gatto, fissi l'orizzonte e il cielo nell'attesa di un volo d'uccello. Posso rimodellarti, insomma, nella grazia del tuo essere con la forza dell'immaginazione. Mi riesce facilmente.
Ma non posso modulare la tua voce, il fruscio dell'erba al tuo passaggio, il suono secco delle unghie sul pavimento di casa.
Ci sei. Ma non fai rumore.
E ciò mi strazia.
Così, per quanto io mi affanni a cercare il lato lucente della medaglia, non riesco proprio a trovare la bellezza collaterale dei miei giorni senza te.
Irene Navarra, Tutto il mio mondo, FotoInstagram, Gorizia, 17 gennaio 2016. |
Questa sentita e stupenda descrizione mi ha commossa.
RispondiEliminaGrazie, Elena. Ti abbraccio. Anche tu mi manchi molto.
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