Le ciliegie nell'immagine sono il simbolo del sangue versato
quando, noi donne, veniamo condannate e giustiziate come streghe malefiche
senza alcuna prova evidente.
Si parla tanto di emancipazione e diritti,
ma invero, e alla luce dei quotidiani fatti, la realtà è ben diversa.
Il Medioevo con i suoi roghi non è ancora stato superato.
Anche a me è successo di essere giudicata
e bollata come rea di delitti tanto innominabili quanto inesistenti.
Senza alcuna possibilità di appello.
Non c'è peggior sofferenza del capire l'inutilità di ogni difesa.
Ne parlo nella sezione Quasi una biografia del mio libro lirico Margini
Premio Cesare Pavese per la silloge Esclusioni.
|
Irene Navarra, La bellezza del sangue, AI Pastelli su carta ruvida,24 Agosto 2023. |
La santità era la mia condizione
quando fui immolata.
Santa di corpo e d’anima,
nessuno m’aveva mai toccata.
Nemmeno Dio.
Mi misero una veste
con la croce, mi segnarono
il corpo di frustate
e mi massacrarono.
Non ricordo i colpi
delle mani, i calci,
le pietre, la violenza.
Ricordo solo la stupefatta,
incredula ricerca del perché
che mi bucava
come un bulino arroventato.
E non sapevo allora
la bellezza della mia persona,
tutta raccolta in bende virginali,
appagata della Consistenza in sé.
Disfatta mi sottrassi
diventando polvere.
Non polvere dorata,
ma grigia polvere
sabbiosa.
E mi spegnevo ripetendo:
“Respirerete queste labbra,
brucerete con me dentro la gola
mi sentirete nelle vesti,
pregherete in me,
mi amerete tanto da
cambiarvi in me”.
Fibra vibrante ormai
della Vendetta,
mi scioglievo sapendo
che quella era la tappa
della Redenzione
dopo il Sacrificio.