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lunedì 27 marzo 2023

Poesia / La bellezza collaterale (da Minimondi: Radici).

Con Francesco Petrarca, Emily Dickinson e Lewis Carroll.

Come se fossi all’apice del verde
e tutto il verde, le radici. Dentro
il suo grembo generoso. Gene
maturo e sangue vegetale.
Sentirsi arco e freccia.
Favilla primordiale.

Dal mio Minimondi, pag. 85, Luglio Editore.
Illustrazioni di Silvia Valenti.

Irene Navarra, Verso la Tana del Bianconiglio, Fotografia.

Nella campagna, mia fin da prima della nascita, trovo sempre un cantuccio adatto a me. Può essere una zona d'ombra sotto un albero, un anfratto tra radici affioranti, una zolla rigogliosa... Insomma: la fantasmagorica gamma di eventi in cui la natura è specialista - elemento per elemento, nell'istante opportuno a suo giudizio - mi si fa congeniale.
Il miracolo è che io sia capace di coglierlo d'istinto, l'attimo prezioso. Che in baluginio improvviso si rivela al mio passaggio, aprendosi leggero come fosse una porta su tesori mai nemmeno immaginati.
E lo stupore diventa puro cristallo quando, nel varcare la soglia di quel mondo parallelo in creazione, inizio a sentire il Tutto come Unità profonda.
Quindi canto con i versi di Emily Dickinson. E intessiamo insieme dialoghi che non hanno bisogno di parole. Erbe e Asfodeli, aleggiano intorno in cieli blu profondo. Arrivano anche le Sirene e si materializza "una stilla di rugiada sull'orlo di un dente di leone", (Emily Dickinson, Poems - Poesie / I started Early - Mi avviai di buon'ora, pp. 54 -55, Newton 1992).
Sono Personaggi ineludibili nel mio immaginare involontario.
Abitatrice di una dimensione senza più limiti, vagabondo più lieve di Zephiro che è eterno ed eternamente porta al seguito "i fiori et l’erbe, sua dolce famiglia, / et garrir Progne et pianger Philomena, / et primavera candida et vermiglia." (Francesco Petrarca, Canzoniere - Zephiro torna, CCCX, vv. 2 - 4).
Mentre "Ridono i prati, e ’l ciel si rasserena; / Giove s’allegra di mirar sua figlia; / l’aria et l’acqua et la terra è d’amor piena; / ogni animal d’amar si riconsiglia." (ibidem, vv. 5 - 8).


Ecco. Io vivo così.
Come Alice nel Paese delle Meraviglie.
Un'Alice matura, comunque. Già.
Che non chiede più, perché sa le risposte.
Almeno alcune.
E fa di un secondo il sempre.

("Alice: «Per quanto tempo è per sempre?
Bianconiglio: «A volte, solo un secondo.")

Qui un altro richiamo a Minimondi.
E Qui un altro ancora.

lunedì 15 febbraio 2021

Poesia / Frammento 26: Foglia solitaria (con Emily Dickinson).


Figlia d'Inverno
la solitaria Foglia
sullo stivale ∼

Irene Navarra, Foglia d'Arte, Fotografia e Grafica, 21 Febbraio, 2021.

Il Frammento è nato dalla foto del post. L'ho scattata nel Parco del Castello di Spessa a Capriva del Friuli, sotto un'immensa quercia che domina solenne la piana circostante.
Dal Frammento, poi, si è snodata, quasi per autogenesi, la piccola storia minimale che vi racconto.

La Foglia si è appoggiata dolcemente sulla punta del mio stivale da pioggia e io, nell'incanto della sua ornamentale presenza, me la sono portata a passeggio, scrutata dagli occhi vigili di Pippo Magnifico Setter (qui qualche notizia dedicata).
Io la custodivo con circospezione e camminavo piano per non perderla.
Lui cercava di rubarla.
Forse giocoso, forse geloso.
Alla fine siamo arrivati a casa in tre: Lui, la Foglia e la sottoscritta.
Ora Lei, sottratta definitivamente ai denti di Pippo Magnifico Setter dispettoso, sta tra le pagine dei Selected Poems di Emily Dickinson (Bloomsbury Publishing LTD, 1992) e dialoga con la lirica There is a solitude of space scritta nel 1914 (pag. 125). Si è compiuto, dunque, il suo destino: farsi anima al cospetto di se stessa. Persa la freschezza turgida della linfa viva, la creatura vegetale ha conquistato una sorta di pura essenzialità protetta dalla grande Poesia. Nucleo finale del suo Essere stata ed Essere ancora.
Speriamo possa diventare immortale.

Qui di seguito il testo della lirica citata, che è la 1695 nella numerazione Johnson  del Corpus poetico di Emily Dickinson, 1696 nell'Edizione Franklin.

There is a solitude of space
A solitude of sea
A solitude of death, but these
Society shall be
Compared with that profounder site
That polar privacy
A soul admitted to itself –

Esiste una solitudine di spazio
una di mare
una di morte, ma queste
saranno gremite di presenze
se confrontate con quel luogo più profondo
che è l'intimità polare
di un'anima al suo stesso cospetto -

(Traduzione con libero adattamento di Irene Navarra.)

Nell'Edizione Franklin si trova anche il verso Finite Infinity. aggiunto alla fine. Johnson annota: "Non si conosce nessun autografo di questa poesia, qui riprodotta da due fonti: i primi sette versi seguono la trascrizione di Sue, che non copiò il verso finale. L'ultimo verso è tratto dal testo pubblicato." [The Single Hound, a cura di Martha Dickinson Bianchi e Alfred Leete Hampson, Little Brown, Boston, 1914]. Franklin trascrive la poesia seguendo la copia di Susan e considera il verso finale una probabile aggiunta editoriale.
Si può ipotizzare che nell'edizione del 1914 la figlia di Susan abbia potuto servirsi di un'altra copia, autografa o meno, ora perduta, ma la mancanza dell'originale dickinsoniano lascia la questione irrisolta.