lunedì 30 ottobre 2017

Poesia / La terra, la visione (Le nostre radici 3).


Irene Navarra, Una porta sul tempo ritrovato, Fotografia e Grafica, 2017.


Nell’aria che s’imporpora e s’annera
graffi di sole, euforiche folate
tra griglie in bilico precario
su muri scalcinati.
Frasche selvagge, gatti,
una palma straniera nella corte.
Dilavarsi cencioso della legna.
Dietro le imposte stanze
a schegge di ricordi.
Catalogo essenziale: grembiule
di percalle pendente dal suo gancio,
il pentolino per il caffè turco,
pareti con bordure a stampo
(uva turchina pere crochi stilizzati),
l’alone di un’icona trasferita
(una Madonna con Bambino?
un mezzobusto di Gesù?),
tendine-rotte-orlo-punto-croce-
colori-bulgari più rimasugli-
pizzi-a-incasso. A jour.
Matasse disfatte di accaduto.

(Spazi lasciati.
Il tempo solo fuori.
Conchiglia sulle impronte
sghembe della noncuranza.)

Qui se vuoi saperne di più su La terra, la visione (Gorizia e dintorni tra realtà e sogno) le cui immagini sono costituite dalle opere ad acquerello e olio del pittore Roberto Faganel.
Le magistrali traduzioni sono di Jolka Milič (Grande ufficiale dell'Ordine della Stella della solidarietà italiana concessa dal Presidente della Repubblica Ciampi nel 2005) e di Gloria Angeli dell'Università di Udine.
L'Introduzione è stata curata da Silvia Valenti, critico d'arte e orafa. Qui il suo sito e Qui la sua Presentazione del libro.

domenica 1 ottobre 2017

Poesia / La terra, la visione - Primavera a San Mauro - VI (La preghiera).


Roberto Faganel, L'Isonzo, olio su tela, 1999.


(Preghiera)

Il fiume con la sua sapienza
fatta di istanti eterni l’uno
sull’altro e infibulato all’altro
accorda i fermenti trasformati
dal grembo caldo della conca
in cui si cova il tempo.

La sua coscienza è specchio
solo di nubi-trasmigranti-
tacite-tzigane nel quarzo
immacolato di San Mauro.


                  (La croce resa a istinto è una conferma.
                  Qui il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo.
                  Così sia.)


(Molitev)

Reka s svojo modrostjo,
stkano iz večnih trenutkov, ki drug
nad drugim in v drugega pripet
uskladijo vzgibe, spremenjene
od toplega naročja kotanje,
kjer se koti čas.

Njena zavest je ogledalo
zgolj iz oblakov - selečih se,
tihih, ciganskih - v brezmadežnem
štmavrskem kremenu.

    (Nagonsko vrnjeni križ je potrdilo.
    Tukaj Oče in Sin in Sveti Duh.
    Amen.)


(La preiere)

Il flum cu la sô sapience
fate di moments eternis un
sore di chel altri e incalmât a chel altri
al acuarde i ferments mudâts
dal grim cjalt de concje
dulà che si cove il timp.

La sô cussience e je spieli
dome di nûi-migrants-
cidins-zigainars tal cuarç
cence magle di San Maur.

     (La crôs regalade d’istint e je une conferme.
     Culì il Pari, il Fi e il Spirtussant.
     Amen.)

Qui se vuoi saperne di più su La terra, la visione (Gorizia e dintorni tra realtà e sogno) le cui immagini sono costituite dalle opere ad acquerello e olio del pittore Roberto Faganel.
Le magistrali traduzioni sono di Jolka Milič (Grande ufficiale dell'Ordine della Stella della solidarietà italiana concessa dal Presidente della Repubblica Ciampi nel 2005) e di Gloria Angeli dell'Università di Udine.
L'Introduzione è stata curata da Silvia Valenti, critico d'arte e orafa. Qui il suo sito e Qui la sua Presentazione del libro.

martedì 26 settembre 2017

Arte e Poesia / Regalo di compleanno (Zampa di Cane).


Silvia Valenti, Zampa di Pablo Golden Retriever, FotoInstagram, 2017.
- Courtesy Irene Navarra -



Il regalo più bello che io abbia mai ricevuto per il mio compleanno me l'ha dedicato l'artista orafa Silvia Valenti. È l'impronta preziosissima del mio Golden Retriever Pablo. Costituita da una piastrina d'argento 925 fusa in osso di seppia e traforata a mano, si fa delizioso pendente e metafora del mio credo animalista.
La porterò sempre con Cuore di Cane.
Un gioiello perfetto, quindi, per chi ha amore per il Creato.
Un amuleto di esorcismo, anche, contro tutto ciò che corrompe la Natura.
Perché:

Prima furono gli animali. 
Nacquero dunque i cani
che zampettarono felici
lasciando tracce di velluto.
La Terra compiaciuta rese grazie
con la letizia di un cuscino d’erba
su cui giacere come Dio
dopo la Creazione.

domenica 17 settembre 2017

Poesia / La terra, la visione (Le nostre radici 1).


In queste liriche ci sono tre mondi: quello di Emma Golden Retriever che non c'è più, quello di Pablo Golden Retriever che ora mi scorta complice nelle avventure quotidiane lungo magnifici sentieri  di campagna, e il mio.
Ogni piccola scoperta, un evento magico.
Ogni passo tra i folti ciuffi d'erba dei vasti incolti che percorro di giorno in giorno, un respiro profondo di appagamento e gratitudine per quanto mi è concesso. Condividere, poi, con un amico a quattro zampe tanta beatitudine significa cogliere meglio le sinestesie del Creato.

Qui se vuoi saperne di più su La terra, la visione (Gorizia e dintorni tra realtà e sogno) le cui immagini sono costituite dalle opere ad acquerello e olio del pittore Roberto Faganel.
Le magistrali traduzioni sono di Jolka Milič (Grande ufficiale dell'Ordine della Stella della solidarietà italiana concessa dal Presidente della repubblica Ciampi nel 2005) e di Gloria Angeli dell'Università di Udine.
L'Introduzione è stata curata da Silvia Valenti, critico d'arte e orafa. Qui il suo sito e Qui  la sua Presentazione del libro.


Roberto Faganel, Le nostre radici, Acrilico su tavola, 1984.


Le nostre radici 1

Cerchi di tini rossocrosta di antiruggine.

(Sarebbe bello accoccolarmi nella loro curva
e prendere a ruotare come un Momix
di qualche magra fiera paesana.)

Calcina, verderame: fondali e paradisi
a doghe in sfascio. Relitti di un’Arca
singolare che navigò l’Apocalisse
per poi schiantarsi qui.
In questo fiume che conosce
nome a nome i morti
curandone
impossibili apparenze.

(Bisaccia sulla spalla
e nelle tasche semi di radicchio
più cari dei coralli di rosario.
Contati. Soppesati.
Avvolti in fazzoletti.

Quasi creature da ninnare
in ceste con decori di robinia.)


Roberto Faganel, Le nostre radici - Frammenti, Acrilico su tavola, 1984.


Naše korenine 1

Obroči čebrov, skorjasto rdeči od premaza proti rjavenju.

(Kako lepo bi bilo, ko bi se čepe v njihovi
krivulji začela vrteti kot eden od Momixov
na kakšnem bolj revnem vaškem sejmu.)

Gašeno apno, zeleni volk: ozadja in nebesa
iz razsutih dog. Razbitine prav posebne
barke, ki je preplula apokalipso,
da se je potem tule razbila.
V tej reki, ki pozna
vse mrliče poimensko
in goji nemogoče
zunanje videze.

(Z bisago na rami
in s semeni radiča v žepih,
ljubših od korald rožnega venca.
Preštetih. Potežkanih.
Zavitih v robcih.

Skoraj bitja za ujčkanje
v košarah z okraski iz robinije.)

(Traduzione in lingua slovena di Jolka Milič.)


Lis nestris lidrîs 1

Cerclis di brentiei ros croste di antirusin.

(Al sarès biel scrufuiâmi te lôr curve
e cjapâ a rodolâ come un Momix
di cualchi sagre magre di paîs.)

Cjalcine, verderam: fondâi e paradîs
a dovis in ruvine. Relits di un’Arcje
singolâr che e navigà l’apocalìs
par dopo vignî a sbati culì.
In chest flum che al cognòs
non par non i muarts
curantint
aparencis impussibilis.

(Carnîr su pe spale
e tes sachetis samencis di lidric
plui cjaris dai corai di rosari.
Contâts. Stazâts.
Invuluçâts in façolets.

Cuasi creaturis di drindulâ
in cos cun decorazions di robinie.)

(Traduzione in lingua friulana di Gloria Angeli.)

domenica 20 agosto 2017

Poesia / Le solitudini delle case 2 (Il silenzio).


Irene Navarra, Il silenzio, Fotografia e Grafica, 1 agosto 2017.









Il muro, le sue crepe, tegole vecchie, cespugli
ricresciuti dopo il taglio di due anni fa.
E dietro, tra l’eco di sospiri
e imprecazioni spente
a poco a poco, cresce
si gonfia esplode
la solitudine
più densa.

S’insinua nello sguardo
la sua sottile vena di silenzio.
Ambiguamente.
Come se una presenza
tentasse di parlare linguaggi
privi di parole.

2 agosto 2017










mercoledì 16 agosto 2017

Poesia / Le solitudini delle case 1 (Preludio: Il rovescio della medaglia).


Irene Navarra, In Via dei Campi, Fotografia e Grafica, 1 agosto 2017.



Sul rovescio della medaglia
scivolo in fretta mentre guardo
i barattoli sonanti attaccati
ai miei giorni che vanno.

            (Sarebbe bello passeggiare
            nel sole caldo di una domenica
            d'agosto in abiti sottili sotto
            persiane misteriose
            incollate dalla luce.)

La sensazione è che la vita sia tra
lampade e tappeti mai guardati. Là
dove ti sembra che la festa debba
ancora incominciare. Nel bar
dell'angolo o nel giardino
accanto. Non ha importanza.

Questa però è la grande beffa:
da soli o in compagnia è facile cadere,
mettere il piede in fallo e rotolare
nella visione che non è mai tua.
Nei non-colori di una domenica d'agosto,
dietro persiane come palpebre assonnate.






Critica letteraria / Le "Lezioni americane" di Italo Calvino per il nuovo millennio - Persistenze valoriali (4).



Irene Navarra, Italo Calvino, Pastello a olio e Grafica, 2011.
La Visibilità. “L’immaginazione come repertorio del potenziale, dell’ipotetico, di ciò che non è né è stato né forse sarà ma che avrebbe potuto essere” (ibidem, p. 102). È una delle definizioni della ricerca di Calvino. Quella in cui si riconosce pienamente. Ancora: lo spiritus phantasticus di Giordano Bruno, foriero di traslati in modificazione evolutiva. Possibile e impossibile che si riversano l’uno nell’altro, con spontaneità d’estro o con dipendenza culturale. Il risultato può essere interessante specie se sottratto alla civiltà delle immagini preconfezionate, veri e propri virus dell’autentica fantasia fatta di malie esperienziali, e di balzi al di là di esse. Dante che ci porta al Paradiso, ce lo spiega e dispiega con quanto la memoria ha potuto trattenere del suo viaggio. Folgorazioni di fuoco, gemme preziose. La metafisica della luce trionfa in ogni aspetto del regno di Dio e riverbera nel sorriso di Beatrice. L’Alighieri pensa tramite visioni, offre, da grande scenografo, vastissimi quadri che paradossalmente esprimono una verità inconfutabile: più astratto è il concetto da dimostrare più materico deve esserne lo specchio espositivo. Perché la facoltà immaginativa, nella condizione dell’excessus mentis, che trascende gli schemi della capacità sensibile, non è in grado di esercitare il suo compito di raccolta/elaborazione dei dati fenomenici. Si perde pertanto la vista fisica e si apre l’oltrefisica. Lo scrittore diventa veggente e ruba il fuoco prometeicoAllora, basterebbe rileggerlo con mente chiara, il sommo poeta fiorentino, per saperne di più sulla Visibilità. A metà tra la conoscenza mistica del cosmo e la ricognizione minuziosa dei fatti.
Formula calviniana risolutiva del problema: tendenza all’infinito dell’immaginazione + tendenza all’infinito della contingenza esperibile + tendenza all’infinito delle possibilità linguistiche della scrittura = prodotto letterario. Per dirla in termini di semplice operazione sommatoria integrata con l’aiuto beffardo della techne: lo scrittore prima si volge all’intensività e poi, inevitabilmente, all’estensività. Quasi un Dio dunque. Quasi, dato che per Dio questa e quella coincidono.
(continua)

Dallo Speciale Cultura di Voce Isontina dell'11 febbraio 2011