Irene Navarra, La ladra di cielo, AI matite colorate su carta ruvida, 24 Luglio 2023. |
Scherzi lungo la strada che da casa ti porta a San Mauro, e giù lungo l'impervia discesa fino all'Isonzo.
Fingi di strappare con le dita un po' di cielo. E ti picchietti la faccia, avvertendo un immediato pizzicore. Poi ti pennelli con i polpastrelli come se ti truccassi, per fissare i colori attinti in alto. Incontaminati perché sopra il mondo.
Questa la sensazione.
Ora che ti sei toccata con dita di cielo, non sei più la stessa.
Stai mutando.
Di sicuro tu non sei più la tu di prima.
Cammini senza poggiare i piedi a terra, ondivaga come una foglia portata dal vento. Voli danzando verso il fiume verde-turchese di linfa sulle cui rive sei cresciuta selvaggiamente unica.
È lo specchio della tua anima.
Fingi di strappare con le dita un po' di cielo. E ti picchietti la faccia, avvertendo un immediato pizzicore. Poi ti pennelli con i polpastrelli come se ti truccassi, per fissare i colori attinti in alto. Incontaminati perché sopra il mondo.
Questa la sensazione.
Ora che ti sei toccata con dita di cielo, non sei più la stessa.
Stai mutando.
Di sicuro tu non sei più la tu di prima.
Cammini senza poggiare i piedi a terra, ondivaga come una foglia portata dal vento. Voli danzando verso il fiume verde-turchese di linfa sulle cui rive sei cresciuta selvaggiamente unica.
È lo specchio della tua anima.
In lui ti ritrovi sempre.
Arrivi al fiume, scivoli tra ciottoli tondi e muscosi, distendendoti poi sulla grossa ghiaia - quasi morbida, come dici sempre - che lo contiene, ti affacci dalla sponda e ti rifletti nella corrente limpida.
Non serve che ti guardi.
Se ti guardi, temi di perdere l'anima.
Non vuoi che se ne vada, disciolta in rivoli e spume trasparenti.
I tuoi contorni intimi li conosci bene.
Così vedi l'immagine di te a occhi chiusi, in tremolio lieve di fluidi cangianti, mentre la natura attorno esulta, sfolgorando complice.
Come a sorridere della tua purissima ingenuità.
Arrivi al fiume, scivoli tra ciottoli tondi e muscosi, distendendoti poi sulla grossa ghiaia - quasi morbida, come dici sempre - che lo contiene, ti affacci dalla sponda e ti rifletti nella corrente limpida.
Non serve che ti guardi.
Se ti guardi, temi di perdere l'anima.
Non vuoi che se ne vada, disciolta in rivoli e spume trasparenti.
I tuoi contorni intimi li conosci bene.
Così vedi l'immagine di te a occhi chiusi, in tremolio lieve di fluidi cangianti, mentre la natura attorno esulta, sfolgorando complice.
Come a sorridere della tua purissima ingenuità.
È l'acqua che ti viene incontro.
Ti accarezza piano salendo dal suo letto.
Tu la raccogli con le mani e la porti alle labbra.
Le palpebre sono serrate, la bocca dischiusa.
Il bacio è dolce.
Ti accarezza piano salendo dal suo letto.
Tu la raccogli con le mani e la porti alle labbra.
Le palpebre sono serrate, la bocca dischiusa.
Il bacio è dolce.
L'assapori con intenso piacere, poi la lasci filtrare tra le dita e, finalmente, guardi il cielo.
Come in un rito sacro.
Lassù, negli angoli estremi della tua visione, ci sono segni.
Cancellature.
Lassù, negli angoli estremi della tua visione, ci sono segni.
Cancellature.
Graffi.
Smagliature del tessuto astrale.
Lo sai: sei stata tu.
Ma dove sono andati a finire i pezzi di cielo mancanti?
D'istinto porti le mani alle guance, al naso, esiti sospesa, scorri tutto il viso, e capisci.
Là, dove ti sfiori, la pelle è fresca come se fosse azzurra dell'ora azzurra prima della notte.
Lo sai: sei stata tu.
Ma dove sono andati a finire i pezzi di cielo mancanti?
D'istinto porti le mani alle guance, al naso, esiti sospesa, scorri tutto il viso, e capisci.
Là, dove ti sfiori, la pelle è fresca come se fosse azzurra dell'ora azzurra prima della notte.
Sei riuscita a strappare con le dita un po' di volta celeste, dunque, mentre giocavi a grattarne la stupenda tinta con le unghie. Perle traslucide che raccolgono sfumature.
Ecco. Ti sei fatta di cielo.
Con il cuore reso nuvola leggera ti volgi alla strada del ritorno.
Tu, ladra di cielo.
Ecco. Ti sei fatta di cielo.
Con il cuore reso nuvola leggera ti volgi alla strada del ritorno.
Tu, ladra di cielo.
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