Visualizzazione post con etichetta Irene Navarra / Dentro / Premio Letterario Nazionale "Città di Mesagne" 2013 - Poesia Edita - Primo Classificato. Mostra tutti i post
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mercoledì 16 novembre 2022

Poesia / Dentro: Il video di presentazione del libro.


VideoContaminazioni liberamente ispirate all’opera della pittrice Vilma Canton Lautieri La scatola nera.
Dal Buio dello sfondo emerge l’Oro delle immagini
che scorrono o ruotano in moto discontinuo per altalenanti apparizioni e dissolvenze.
A significare l’infinita ciclicità dell’Essere/Non-Essere e l’affacciarsi del Divino nelle vicende umane.
Burattini spuntano dalle crepe della materia cromatica mentre la voce narrante evoca il suo Vuoto particolare
percorrendo le regioni astratte del pensiero.
Testi lirici, Voce, Video, Creazioni grafiche: Irene Navarra /
Immagini: Vilma Canton Lautieri, La scatola nera, olio su tela, 1996 (courtesy dell'artista) /
Fotografie: Francesco Caneva /
Effetti sonori: Breathing Echo space e Sci Fi Vortex, You Tube Audio Library /
Musica: Bahar, Lo Quale?, Che, (Jamendo) /
Software: Photodex / Austin, Texas /


La clip accompagna il libro lirico omonimo, vincitore del Premio di Poesia Mesagne 2013 (Primo Assoluto).


lunedì 30 marzo 2020

Poesia / Dentro - Impronte digitali folli.


Impronte digitali folli
inerpicate sulla privazione
dalle creste indocili, taglienti.
Morse ribelli sopra spine gravide.
Di assenzio attinto alla mia
stessa fronte. Fonte.

(Da: Irene Navarra, Dentro, Luglio Editore, 2013)

Irene Navarra. Nuovi Indizi / La chinaCercando il cielo, Disegno grafico, 2017.

Risali la china del dolore aiutandoti con le mani. Logorandoti le mani per raggiungere la cima da dove speri di contemplare distaccato le cose della Terra.
Risali lento.
Lungo il pendio di pietre aguzze, zolle aride, profili scoscesi.
Arranchi a occhi bassi.
Attento alle ferite naturali su cui calchi impronte stanche.
E non ti accorgi che nel cielo vibrano le ali d'Angelo di chi ti ha lasciato in questo nostro esiguo sempre.
Poi, seguendo un richiamo sottile, alzi la testa. Così, la luce incide d'arabeschi azzurri il tuo pensiero.
Mentre il respiro si fa lieve.
Oh, sì. Finalmente lieve.

sabato 4 marzo 2017

Poesia / Dentro - Di notte si vive.


Dal Vuoto blu della notte, il Ritorno.
Irene Navarra, Nuovi Indizi / Di notte si vive, Disegno grafico, 2014.
Di notte si vive la pienezza.
Fisicamente dense tutte le sensazioni
rincorrono la luce solo come ricordo.
Spontaneamente naturalmente guardi
senza contorni certi.

          (In quella scatola di opaco
          sé scurente l'oblio contagia
          il Vuoto
          e la sua smisurata
          immensità.)

Da Dentro, Luglio Editore, 2013, p. 30.

Sto ripercorrendo le mie notti.
Sto ripercorrendo le mie notti nella mia campagna.
Là dove tutto è cominciato in un sobbalzo di percezione.
Là dove tutto si crea e annulla mentre i fantasmi della mente sfumano amalgamandosi al blu del cielo e al nero della terra sprofondata in abissi imperscrutabili.
(Solo rari segni cobalto sotto passi sospesi.)
Se non ci fosse quell'accenno di luce all'orizzonte potrei perdermi.

Quando senti il Vuoto farsi paesaggio e sentimento e ragione forse bisogna ritornare.
C'è sempre un ultimo riverbero a guidarti.
Basta scalfire un poco il buio denso che ti avvolge, affacciarsi alla finestra di quel graffio e guardare.


domenica 29 gennaio 2017

Poesia / Dentro, Impronte digitali folli.


Anche questa lirica, come la precedente, fa parte della silloge Cronaca di un'Assenza, la terza di Dentro, e ricorda una creatura molto amata che non c'è più. Si chiamava Emma.

Pensando a un Angelo.
Irene Navarra, La china, Disegno grafico, 2017.





Impronte digitali folli
inerpicate sulla privazione
dalle creste indocili, taglienti.
Morse ribelli sopra spine gravide.
Di assenzio attinto alla mia
stessa fronte. Fonte.


Risali la china del dolore aiutandoti con le mani. Logorandoti le mani per raggiungere la cima da dove speri di contemplare distaccato le cose della Terra.
Risali lento.
Lungo il pendio di pietre aguzze, zolle aride, profili scoscesi.
Arranchi a occhi bassi.
Attento alle ferite naturali su cui calchi impronte stanche.
E non ti accorgi che nel cielo vibrano le ali d'Angelo di chi ti ha lasciato in questo nostro esiguo sempre.
Poi, seguendo un richiamo sottile, alzi la testa. Così, la luce incide d'arabeschi azzurri il tuo pensiero.
Mentre il respiro si fa lieve.
Oh, sì. Finalmente lieve.





Leggi un'altra lirica dedicata alla splendida creatura con cui ho vissuto gli anni felici della mia vita: Odore umido di tigli.

domenica 11 gennaio 2015

Poesia / Percezioni - Quadri di un'esposizione (A occhi semichiusi).



Irene Navarra, Tramonti e naufragi, Fotografia, 2015.


A occhi semichiusi fisso meglio
il tattile scoccare assorto
del tramonto che si beve il cielo.

La vista mi si incurva dentro,
naufraga nella gola e ruba il cardo
verdeargento del mio cuore.

Per sezionarlo e tappezzarne
la mia stanza di inavvertibili pareti
e vaghi soffitti di cemento.

La luce segna troppo nettamente
i contorni delle cose. Divora
l’uniforme grigio e la sua pace.

(Da: Irene Navarra, Dentro, Luglio Editore, 2013.)




E ora il video di presentazione del mio Dentro.


VideoContaminazioni liberamente ispirate all’opera della pittrice Vilma Canton Lautieri.
Dal Buio dello sfondo emerge l’Oro delle immagini che scorrono o ruotano in moto discontinuo
per altalenanti apparizioni e dissolvenze. A significare l’infinita ciclicità dell’Essere/Non-Essere e
l’affacciarsi del Divino nelle vicende umane. Burattini spuntano dalle crepe della materia cromatica
mentre la voce narrante evoca il suo Vuoto particolare percorrendo le regioni astratte del pensiero.


Qui.

lunedì 4 agosto 2014

Poesia / Dentro - Sovrimpressione epica 1.


Siamo nella silloge centrale del mio Dentro. Quando realizzo la sconfitta e immagino il mio destino.

Irene Navarra, Nuovi Indizi / Sovrimpressione epica 2, Disegno grafico, 2013.
E finirò appesa al chiodo.
Cappotto vecchio smesso
zeppo di ragnatele e buchi
dai bordi netti sfarinati d’oro.

Dentro quel panno informe
mi fingo il busto eretto,
le braccia affusolate,
il ventre piatto.
Un soffio ridanciano
gonfia la gracile penombra
delle trame/polvere.

          La porporina tossica ricopre il Sacro Graal 
          e Galahad ritorna ad affacciarsi gobbo
          dalla coppa tutta ormai bevuta.

Da Dentro, Luglio Editore, 2013, p. 77.

La meta per chi vive è un involucro consumato dal tempo in cui resta qualche segno di noi, profumo o polvere che sia. Le cose parlano. Forse soffrono per la nostra assenza.
Voglio indagare. Così ho veramente appeso un cappotto vecchio in un angolo buio della mia casa.
Ritorno spesso a lui come in pellegrinaggio. E ricordo. E mi fingo la bella forma del passato.
Fingo coscientemente.
Penso che quando morirò mi ci infilerò dentro e proverò ad adattarmi ritagliandomi uno spazio tra cuciture lise e polverino dorato di tarme. Fatta di niente in un tessuto di velina. Per tramandarmi ironica al popolo delle celle minime della sostanza eterea.

Qui per leggere Sovrimpressione epica 2.
Qui per saperne di più su Dentro.

Poesia / Dentro - Sovrimpressione epica 2.


Siamo sempre nella silloge centrale del mio Dentro. Alle battute finali. Quando, pensando a Galahad, realizzo una sorta di sconfitta / traguardo nella mia ricerca ai quid esistenziali. 

Seguendo Galahad.
Irene Navarra, Nuovi Indizi / Sovrimpressione epica 2, Disegno grafico, 2013.

La porporina tossica ricopre il Sacro Graal 
e Galahad ritorna ad affacciarsi gobbo
dalla coppa tutta ormai bevuta.

Da Dentro, Luglio Editore, 2013, p. 77.

Galahad. Il mio eroe da quando ero piccola. Il cavaliere puro che riposa nella mano di Dio e compie l’impresa del Graal. Egli percorre e ripercorre ogni anfratto del mondo. Affronta viaggi inimmaginabili e spesso cade lungo la strada. Il mio Galahad non vince sempre le sfide, le affronta però, anche se curvo, per quanto sfiduciato. Beve fino alla feccia il liquore amaro della vita. Vuota la coppa. Si orna di gemme, e le abbandona. Si impiastriccia di fango per piangere in pace. Non vuole la compassione. Sprezza l’odio e conosce un solo Amore. Il rimpianto non è da lui. Va. Tirando su le sue quattr’ossa, emerge da ogni abisso e si rinnova perché sa molto. Per aver visto molto. La mente è colma di visioni. Se le incolla addosso come un’armatura magica e segue il filo del ritorno all’Uno. Al Dio che l’ha informato di sé condannandolo a un’esistenza astratta. Quel Dio ininfluente, in fondo. Conta il dovere più di tutto il resto. La schiena ha ali fiammeggianti quando riprende il volo dopo la disperazione.
Ecco, questo è il mio Galahd dei giorni bui e luminosi assieme.


mercoledì 30 luglio 2014

Poesia / Al mio "Dentro" il Premio "Città di Mesagne".

Ricordo lo scoppio della nascita.
Lo scoppio e poi più nulla.
Era iniziato il Vuoto mio particolare.

Dalla quarta di copertina di Dentro / Luglio Editore.

Silvia Valenti, Vuoto, Acrilico e Oro su carta, 2013.
- Courtesy dell'artista -

Dal sito della collana Artemisia Eventi della Luglio Editore.
Qui la pagina dedicata alla Critica di Dentro.