giovedì 16 novembre 2023

Prosa e Poesia / Haibun: Viaggio intimo, Il naufragio (10 - Miračine).


La memoria involontaria mi fa recuperare tappe della mia esistenza in ogni minimo segno attorno a me. Una giornata di Bora impetuosa e sono a Cherso, perduta nelle mie determinate, devastanti decisioni.


P_Irene Navarra, Miračine, AIArt e GraPhicArt, 16 Novembre 2023.



    All’alba del 7 luglio 1968, sulla spiaggetta spazzata dalla Bora e sotto un cielo più grigio che azzurro, ci fu una grande discussione tra me e Bruno per la partenza con la zattera che avevamo costruito. Coraggioso ma pacato, prudente di carattere, voleva un mattino limpido, le acque ferme e la bava dolce dei giorni migliori per consumare la traversata verso Miračine, il meraviglioso luogo ricco di pini, ulivi e melograni dove andavamo a fare il bagno con i nostri genitori. Come prima tappa pensavo io, come primo tentativo per ritornare subito al punto di partenza, pensava lui.
    Io, ribelle, tremavo in ogni mia fibra.
    E poi, perché avremmo dovuto aspettare? Quella, proprio quella, era la giornata giusta. Spirava il vento che avrebbe gonfiato la nostra vela. Il merlo aveva cantato tre volte con l’aurora: tre brevi schiocchi imperiosi. Allora? Non era il segno stabilito? Anche il nostro Maestro si faceva guidare dalla natura, dalle creature del cielo e della terra.
    Non ci sarebbe successo niente.
    Nessuno, né uomo né dio, poteva fermarci.
    Il sogno era in noi. Abbagliante. E poi avevo visto il Grande Navigatore. Quando la notte stava impallidendo, nella rada sotto casa, mi era apparso sorridente.
    Mi tendeva la mano vigorosa. Un balzo e mi ci ero adagiata, tutta raccolta nell’incavo del palmo, protetta dalle sue robuste dita.
    Il Marinaio Perfetto ci indica la strada, urlavo esagitata.
    Ma non lo capisci? È il segno! Bruno, guardami, guardami, ti prego.

    Bruno mi guarda.
    Affonda i suoi occhi nei miei come lui sa fare e mi guarda scendendo nei miei misteri di strega-bambina, capricciosa e ladra.
    E mi crede perché mi ama.
    Con tutta la forza dei suoi giovani anni intrepidi, innocenti e puri.

    Così salpammo.
    E d’improvviso la sua vita fu un sospiro in un giorno di tormenta.


Un gorgo nero
il mare – il cielo in foia
ulula cupo

Da Quasi la perfezione, Romanzo di Irene Navarra.



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