Luna mi ha detto di guardare l'orizzonte
anche nella notte più cupa.
E poi di superarlo con un salto astrale,
chiudendo gli occhi
e mormorando frasi gentili di commiato:
Sì, sono stata bene. Quasi sempre.
Ora ho bisogno d'altro.
Ti lascio, benedetta Terra mia.
Ti lascio, Isonzo, che mi hai vista nascere
e mi fluisci nelle vene.
Tu vai verso la foce,
così anch'io dipano il mio destino.
Mi libro
trasvolando le colline azzurre.
Bianco profumo raccolgo dai giardini
di questo Maggio odoroso.
Spine nude di rose sono le gemme di bracciali
che porterò con me.
Cantando.
Il loro sangue fertile nel mio.