martedì 31 gennaio 2017

Haiku / Noterelle un po' critiche (3).


Come già nelle Noterelle un po' critiche 1 e 2 continuo a perseguire il mio obiettivo di affrancamento da qualsiasi pretestuosa regola o assurdo precetto che limitino il pensiero creativo. Il grande poeta giapponese Tōta Kaneko mi aiuta con un suo straordinario frammento:

Un’accesa discussione.
Poi, scendo in strada
e in moto mi muto

L'incisività verbale, l'incipit realistico, il senso di continuità dato dall'avverbio temporale, l'uso consapevole dell’apparato lirico-retorico nel verso di chiusura sono dati inconfutabili. Per chi conosce il genere non solo superficialmente costituiscono l'espressione di un meraviglioso anticlassicismo di materia e forma che è chiara testimonianza di distacco dalla tradizione.
Perché, dunque, noi occidentali dovremmo restare legati a un canone così avulso dal nostro sentire e cristallizzato in un codice stilistico che non ci pertiene? 

Josch13, wooden motorbike with-driver, Pixabay Ph.



domenica 29 gennaio 2017

Poesia / Dentro, Impronte digitali folli.


Anche questa lirica, come la precedente, fa parte della silloge Cronaca di un'Assenza, la terza di Dentro, e ricorda una creatura molto amata che non c'è più. Si chiamava Emma.

Pensando a un Angelo.
Irene Navarra, La china, Disegno grafico, 2017.





Impronte digitali folli
inerpicate sulla privazione
dalle creste indocili, taglienti.
Morse ribelli sopra spine gravide.
Di assenzio attinto alla mia
stessa fronte. Fonte.


Risali la china del dolore aiutandoti con le mani. Logorandoti le mani per raggiungere la cima da dove speri di contemplare distaccato le cose della Terra.
Risali lento.
Lungo il pendio di pietre aguzze, zolle aride, profili scoscesi.
Arranchi a occhi bassi.
Attento alle ferite naturali su cui calchi impronte stanche.
E non ti accorgi che nel cielo vibrano le ali d'Angelo di chi ti ha lasciato in questo nostro esiguo sempre.
Poi, seguendo un richiamo sottile, alzi la testa. Così, la luce incide d'arabeschi azzurri il tuo pensiero.
Mentre il respiro si fa lieve.
Oh, sì. Finalmente lieve.





Leggi un'altra lirica dedicata alla splendida creatura con cui ho vissuto gli anni felici della mia vita: Odore umido di tigli.

Poesia / Dentro - È nel crepuscolo.


La silloge di cui la lirica fa parte (Cronaca di un'Assenza) è dedicata a una creatura amatissima che non c'è più.

Irene Navarra, È nel crepuscolo, Disegno grafico, 2017.

È nel crepuscolo di indaco incredibile
che vedo sostanziarsi i miei pensieri.
Si formano, si sfilano di sghembo,
ricostruiscono alle spalle.
La mia corte di gelo.
Piccola compagnia di sogni
che turbina in miracolo.
Mi faccio di cometa.
E là si allunga lei.
Abbaglio breve
di trepida mania.

Da Cronaca di un'Assenza in Dentro, Luglio Editore, 2013.

Il libro ha vinto il Premio"Città di Mesagne" 2013 (Primo classificato, Poesia Edita)
e il Premio Leandro Polverini 2015 (Secondo classificato, Poesia sperimentale).
Ha avuto due ristampe. Tutte le copie sono state vendute.

Ora il video d'animazione con il testo recitato.




venerdì 27 gennaio 2017

Poesia / Il sorriso della Morte - Quotidiana cronaca (Onorando il Giorno della Memoria).


Un’ipotesi di salvezza.

Quotidiana cronaca è la prima di una silloge di nove liriche dedicate all'artista mio conterraneo Anton Zoran Mušič. Egli fissò sulla tela l'esperienza dell'internamento a Dachau creando il ciclo pittorico Non siamo gli ultimi.
Nel 2004 si tenne a Gorizia una sua antologica alla cui inaugurazione fui presente.
La visitai quella volta e poi molte altre.
Entravo in religioso silenzio, mi fermavo davanti a un quadro, lo osservavo trattenendo il respiro, cadevo in una sorta di trance che mi proiettava nei luoghi rappresentati.
Sentivo i soggetti dei dipinti quasi fisicamente.
Il pietoso itinerario durò a lungo.
Giorno dopo giorno ne acquisivo il senso.
Finché seppi di poterli raccontare. E ciò avvenne nel gennaio dell'anno dopo.
Completai la raccolta il 25 maggio 2005. Quando lui si spense.
Nacque così Il sorriso della Morte.


Anche la Morte ha una sua Grazia.
Irene Navarra, Il sorriso della Morte, Schizzo a penna e Grafica, 2017.







               
              Quotidiana cronaca

               
              L'uomo sa leggere la cronaca del buio
               e sa guardarsi nello specchio
               di quel buio
               imposto
               sin dal magma primordiale.

               Segue carponi i solchi scabri
               del suo viaggio
               e spera in una gola riparata
               dove sostare
               a fingersi un azzurro
               che forzi il pugno chiuso
               e poi dilaghi tra le dita
               come l'acqua del fiume
               dentro il mare.

martedì 24 gennaio 2017

Poesia / Senza parole - Bufera,Tregua (Francesca da Rimini e Dante Alighieri).


Forme intrecciate
s'avvitano impotenti.
Un vortice le squassa.
Eternamente.

Bufera.
Irene Navarra, Bufera, Acquerello grafico, 2017.

Poi, d'improvviso,
s'acqueta la bufera.
E tace.
Fluiscono parole.

La fine del vento.
Irene Navarra, Tregua, Acquerello grafico, 2017.

Così, nella Tregua concessa da Dio, Francesca da Rimini può raccontare a Dante la sua storia.

Quali colombe, dal disio chiamate,
con l’ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l’aere dal voler portate;

cotali uscir de la schiera ov’è Dido,
a noi venendo per l’aere maligno,
sì forte fu l’affettùoso grido.

"O animal grazioso e benigno
Che visitando vai per l’aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,

se fosse amico il re de l’universo,
noi preghemmo lui de la tua pace,
poi c’hai pietà del nostro mal perverso.

Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a vui,
mentre che ‘l vento, come fa, ci tace."

Dante Alighieri, La Divina Commedia / Inferno, Canto V, vv. 82 - 96.

Leggete e ammirate il dipinto di Henri Martin Francesca da Rimini e Paolo all’Inferno con Dante e Virgilio (1883), ascoltando per estremo piacere spirituale la composizione dedicata dal genovese Cesare Sanfiorenzo (1834 - 1909) al Divino Poema di Dante Alighieri. In calce a questa nota i link.

Qui il dipinto di Henri Martin.
Qui la musica di Cesare Sanfiorenzo.

lunedì 23 gennaio 2017

Poesia / Senza parole - Nebbia.


La nebbia non offusca
i segni del ricordo.
Stempera volti,
rende dolci i suoni.
Li fa sussurri soffici
di labbra inconsistenti.

Così,
se tu la inali
e chiudi gli occhi,
vedi la giovinezza di ogni cosa.
Tacendo e consentendo
al Tempo immobile
di quanto non è più.

Nella nebbia, Ritrovarsi.
Irene Navarra, Senza parole / Nebbia, Disegno grafico, 2011.

Et mon âme et mon cœur en délires
Ne sont plus qu’une espèce d’œil double
Où tremblote à travers un jour trouble
L’ariette, hélas ! de toutes lyres!

E la mia anima e il mio cuore in delirio
non sono che una specie d'occhio duplice
in cui sussulta attraverso una luce impura
l'arietta, ahimè, di tutte le lire!

Paul Verlaine, Romances sans paroles / Ariettes oubliées / Je devine, à travers un murmure,
vv. 5 - 8, Vanier, 1902 (Opere Complete, Volume I, p. 154. Fonte: Wikisource).

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sabato 21 gennaio 2017

Poesia / Senza parole - Come il silenzio della margherita.


Come il silenzio della margherita
caduta sul suo stelo
col fieno impallidito 
che patì la falce?

Irene Navarra, Senza parole / Come il silenzio della margherita, Disegno grafico, 2017.

Cette âme qui se lamente
En cette plainte dormante,
C’est la nôtre, n’est-ce pas?
La mienne, dis, et la tienne,
Dont s’exhale l’humble antienne
Par ce tiède soir, tout bas?

Paul Verlaine, Romances sans paroles / Ariettes oubliées / C’est l’extase langoureuse, 13 - 18,
Vanier, Paris, 1902, page 153 (Fonte: Wikisource).

Quest’anima che si lamenta
in questo inerte pianto,
è la nostra, non è vero?
La mia, dici, e la tua
da cui s’effonde l'umile antifona
in questa mite sera, a bassa voce?

Paul Verlaine, Romanze senza parole / Ariette dimenticate / È L’estasi languida, 13 - 18,
Vanier, Parigi, 1902, pag. 153 (Fonte: Wikisource).