martedì 18 luglio 2017

Critica letteraria / Le "Lezioni americane" di Italo Calvino per il nuovo millennio - Persistenze valoriali (1).



    
  La Leggerezza. Il contrario del peso. Togliere. Nessuna fissazione da storiche vicende, collettive o individuali. La guerra? La lotta partigiana? Conosciamole attraverso gli occhi di un bambino, lo straordinario Pin de Il sentiero dei nidi di ragno. Volare con i sandali alati di Perseo e vincere così la terribile Gorgone. Trasformare. In leggende gentili anche l’orrore. Intrecciare fili: fisici, metafisici, evenemenziali, immaginifici. Capire l’insostenibile leggerezza dell’essere di kunderiana memoria, ridimensionare in essa l’affanno del vivere, vista la trascurabilità di qualsiasi scelta obbligatoriamente relativa all’unicum del nostro particolare. Se pertanto l’esistenza è opprimente, la scrittura deve riscattarne i limiti. Sconfinando magari nella scienza. Quella a esempio del De rerum natura di Lucrezio che, per raccontare la materia, parla degli atomi infinitesimi, le sottrae concretezza quindi per innalzare in cambio l’uomo allo stupore universale attraverso la riflessione. E regalare così “poesia” a piene mani. Con Guido Cavalcanti, William Shakespeare, Jonathan Swift, Henry James. E con Leopardi. Con Leopardi e i suoi Notturni in cui le parole sono tanto sottili da sembrare luce di luna. Uno sciamano dunque lo scrittore, che coniuga antropologia, etnologia, mitologia per liberare l’immaginazione da qualsiasi condizionamento. Questa è forse la “razionalità” speciale che può traghettare la letteratura nell’avvenire, dove tuttavia troveremo non più di ciò che porteremo.

Irene Navarra, Italo Calvino, Grafica, 2011.






Ben conscia, di fronte a tanta levità, anche del peso come ipotetico pregio, ma solo di contrasto, respiro con Charles Wright e i suoi Diari (del prato, della notte, del silenzio, dei tre quesiti, di maggio, dei fiumi del sud, ultimo), mi faccio d’aria e cammino “verso l’umida bocca del futuro / dove nuovi denti / ammiccano come stelle novelle attorno a noi, / e i venti che ci pizzicano e ci tormentano le orecchie, / suonano curiosamente come vecchie canzoni” (da Diario del prato in Diari di zona e Xionia).

(Continua)

Dallo Speciale Cultura di Voce Isontina dell'8 febbraio 2011.






Critica letteraria / Le "Lezioni americane" di Italo Calvino per il nuovo millennio - Persistenze valoriali.


Nel 1984 Italo Clavino si accinse a preparare un ciclo di sei conferenze (Charles Eliot Norton Poetry Lectures) che avrebbe tenuto all’Università di Harvard nell’anno accademico 1985 – 1986. Il lavoro di stesura fu intenso, divenne addirittura ossessivo. Nacquero così le Lezioni americane – Sei proposte per il prossimo millennio, in numero di cinque, però, perché la sesta l’avrebbe scritta ad Harvard riferendosi a Bartleby di Herman Melville. La morte lo colse nel settembre del 1985, mentre stava per partire. I testi, raccolti ordinatamente in una cartella grigia e pronti per essere messi tra gli effetti personali nel bagaglio, restarono così sulla sua scrivania e ci furono poi tramandati per cura della moglie Esther con la pubblicazione presso Garzanti nel 1988.

Irene Navarra, Italo Calvino, Pastello a olio e Grafica, 2011.

   Sono passati undici anni di quel nuovo millennio a cui Calvino dedicò profezie valoriali, individuando qualità della letteratura da inserire in prospettive future auspicabili. Ebbene, in questo mondo ormai globalizzato, così imbarazzante per la diffusa pochezza formativa dei molti che parlano, scrivono, agiscono in nome della cultura, in questo mondo che vede proliferare festival, reading, kermesse itineranti, celebrazioni di nuovi straordinari poeti nell’Olimpo di circuiti improbabili, premi letterari con nulla di letterario se non la dicitura stessa pompata e ripompata in siti, rassegne stampa, fasi progressive, selezioni in tempo reale, giurie popolari e rose di finalisti pronti all’Empireo della gloria autogestita, in questo quotidiano zeppo di associazioni create a protezione/ricordo di qualcuno o qualcosa e spesso sovvenzionate da Enti di vario calibro, in questa realtà commemorante le proprie icone festaiole colme di clientelismi utilitaristici, di “figli di”, di “amici di” un po’ qua e un po’ là, di sé dicenti direttori artistici, resta da vedere la fattibile efficacia e la persistenza di quanto indicato dal grande ligure. Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità sono i titoli delle cinque lezioni completate. Proveremo a ripercorrerle, possibilmente con la stessa fiducia che Calvino vi ripose.
(Continua)

Dallo Speciale Cultura di Voce Isontina dell'8 febbraio 2011.

mercoledì 12 luglio 2017

Poesia / Dentro - Microconflagrazioni per reimpostare (Con Tito Lucrezio Caro).


Microconflagrazioni per reimpostare
il nostro tutto. Piccoli spostamenti di materia
che ci proiettino al di là del grumo epigrafato
quando ci fu l'arrivo, la caduta gravitazionale
da dove ci confezionammo come accumuli.

Ricordo lo scoppio della nascita.
Lo scoppio e poi più nulla.
Era iniziato il Vuoto mio particolare.

Da: Irene Navarra, Dentro, Luglio Editore, 2013, pag. 35.

Irene Navarra, Indizi / Microconflagrazioni, Disegno grafico, 2013.

Ipsa modum porro sibi rerum summa parare
ne possit, natura tenet, quae corpus inani
et quod inane autem est finiri corpore cogit,
ut sic alternis infinita omnia reddat,
aut etiam alterutrum, nisi terminet alterum eorum,
simplice natura patet tamen immoderatum.

Tito Lucrezio Caro, De rerum natura, Liber primus, 1008 - 1013.

Che poi tutto l'insieme delle cose possa porre a se stesso
un limite, lo impedisce la natura; la quale costringe la materia
a essere limitata dal vuoto, e il vuoto a essere limitato
dalla materia, per rendere così con la loro alternanza privo di limite
il tutto, oppure l'uno dei due, se l'altro non vi ponga un confine,
con la semplice sua natura potrebbe estendersi senza misura.

Libero adattamento dal latino di Irene Navarra.

Ovvero: se il vuoto non limita il pieno, e viceversa, ciascuna delle due grandi componenti dell'Universo potrebbe conquistarsi l'intero essere con la propria essenza, non alternata quindi a quella assente che, com'è ovvio, scomparirebbe.


martedì 11 luglio 2017

Poesia / Percezioni (Tramonto metafisico - Nuotando verso il sole che si tuffa in mare).


Avete mai provato un travolgente senso di comunione con il Mondo Astrale?
A me è successo.
Su una spiaggia dell'Isola di Cherso.

Irene Navarra, Tramonto metafisico, Disegno grafico, 2013.


Il rosso colava dalle ciglia del sole
e dai suoi occhi enormi semiaccesi.
Le palpebre ormai quasi serrate,
scrollava la sua resina di fuoco
spargendo gocce di scarlatto,
snudando spade incandescenti.

“Prendete recipienti!
Salvate un luccichio della sua luce!”
gridai togliendomi le vesti.

E mi allungai nel mio biancore
sull’altare duttile del mare
intriso tutto da quel sangue.
E navigai come un vascello
di materia consenziente
puntando verso il sole.

(Avrei dormito un po’ nel suo pensiero.)


venerdì 30 giugno 2017

Poesia / Frammento 14 (Dentro un respiro).


In un respiro
risolta dentro il cielo.

Quasi io fossi nube
alta sul mondo.

Irene Navarra, Dentro un respiro, Disegno grafico, 2016

mercoledì 14 giugno 2017

Poesia / Minimondi.



Minomondi è un libro di Impressioni folgoranti.
Realizzato in collaborazione con l'artista Silvia Valenti,
racconta piccole Storie di dimensioni parallele in Parole e Immagini.


Immagine di copertina: Silvia Valenti, Minimondi, Acquerello, 2017.

I Minimondi esistono.
È solo questione di saperli cogliere.
Come?
Assecondandoli.
In un rituale di ascolto profondo.
Resa muta la materia e sereno lo spirito, la vista interiore può spaziare liberamente.
Allora si è pura potenza tesa a quelle dimensioni eteree in cui le Seasnowballs rotolano lievi (p. 29). E sono Palle di neve marine. Come sussurri. Soffi e bave nitide irruenti da porte spalancate a una burrasca che rassicura.
Questo perché i Minimondi esistono.
Davvero.

Irene Navarra, Preludio.



Silvia Valenti, Gioia, Acquerello, 2012.




Accarezzo con gli occhi i Minimondi di Irene.
Sgorgano le visioni.
Fluiscono.
Le mani, la carta.
Pennellate rapide d’acquerello, pochi tratti di china.
I versi si fanno colore.
Frammenti di sogno e favole belle.
Sfere d’ambra attorno a limpide illusioni.


Silvia Valenti, Preludio.