sabato 10 dicembre 2016

Percezioni / Un geranio, la luna: meditazioni poetiche tra tensione romantica all’infinito e surrealismo astrale.


Ispirazione.
Irene Navarra, Geranio, Acquerello - China - Grafica, 2012.
Da un semplice geranio ad acquerello e poca china
si fa la grazia di un momento.

Vecchio geranio rosso sul balcone
in controluce ai raggi chiari.
Da lui, creatura appassionata
che narra turbamenti effimeri,
e dalla luna quieta
sgorga l'ispirazione.

Guizzi di petali
e il tocco della luna
tra rossi  polpastrelli vegetali.
Come se si accendesse
nell’aria sottile della notte
eco di luce che srotola destino.

L’idea si esalta fresca.

Dentro quei limiti preziosi
fruscia abbagliante la sua perla.
Misteriosa.


La grazia di un momento.
Irene Navarra, Percezioni / Ispirazione, Disegno grafico, 2012.


La grazia di un momento.
Irene Navarra, Dialogo, Bozzetto grafico per video, 2016.








La perla poi diventa di scarlatto
e rimbalzella e ruota
e si nasconde
e punta alla sua origine
creando un doppio clone
nel cielo di tempesta arancio/rosa.
Ellittica finzione siderale
Mondi paralleli.
Irene Navarra, Delirio astrale, Bozzetto per video, 2016.
la sua danza sinuosa.















lunedì 28 novembre 2016

Poesia / Frammento 6 (Il Mare Dentro con Noterelle un po' critiche 8, e anche liriche).


Appare
azzurro
sopra una lastra tersa
il Mare Dentro.

In prima battuta l'avevo considerata un haiku,
questa piccola lirica nata in un pomeriggio d'estate.
Adesso la dichiaro non-haiku.
Per diversi motivi, oltre a quello fondamentale che odio l'imitazione impossibile.
Non esibisce l'abusato trattino (supponente traduzione della cesura orientale)
perché non contempla alcun rovesciamento.
Non desidero imposizioni di kireji (parola che taglia)
nel mio modo tutto occidentale di pensare, sentire, scrivere.
Qua il fluire poetico si articola in quattro versicoli.
Quattro respiri
C'è il punto finale.
Amo il punto fermo.
È un discrimine forte tra l'Illuminazione e il Vuoto susseguente.
Nel senso vibra in sordina Il mare scritto della Duras
"sempre sorvegliato, verificato. Casomai non volesse più vivere".
Io, il mare, l'ho fermato come riflesso in una lastra tersa
e poi me lo sono inciso dentro.
Ché viva in me.
Di me.
Tingendomi d'azzurro
mentre "s'affolta / il tedio dell'inverno sulle case," e  "la luce si fa avara - amara l'anima"*.

(*Eugenio Montale, Ossi di seppia, I limoni, vv. 40 - 42).

Esorcismi di salvezza.
Irene Navarra, Il Mare Dentro, Disegno grafico, 2016.

E ora il video.



venerdì 25 novembre 2016

Poesia e Arte / Paesaggi metaforici (Il tempo della Pietra).


Il tempo della Pietra
si apre quando non sospetti
e passi fiducioso da un Va' a un Vieni
un po' appannato di Distanza.

Credi di aver stornato tutti i mali
con la saggezza della tua esperienza
molteplice varia spesso dolorosa.
Dai per scontato che la vita
è turbine di foglie già appassite
con qualche lucciola privata delle ali
ma pronta a regalare
una parvenza sconvolgente di speranza.

Credi. E non vuoi sentire
lo sfrigolio del Fuoco (che ti accendeva
e che ti accende sempre più di rado)
sul bordo sempre più tagliente
della tua anima di selce.


Da Dettagli, Edizioni della Laguna, 2005.

Irene Navarra, Il tempo della Pietra, Disegno grafico, 2016.

E ora le parole di Anna Achmàtova. Nel poemetto Requiem (1935 - 1940) racconta il suo dolore e la rabbia per la prigionia del figlio Lev, dando così voce alle molte madri che, in livido silenzio, davanti al carcere di Leningrado continuavano ad aspettare qualche notizia sulla sorte dei loro cari.


In luogo di prefazione

Negli anni terribili della ežóvščina [terrore staliniano] ho passato diciassette mesi in fila davanti alle carceri di Leningrado Una volta qualcuno mi “riconobbe”. Allora una donna dalle labbra livide che stava dietro di me e che, sicuramente, non aveva mai sentito il mio nome, si riscosse dal torpore che era caratteristico di noi tutti e mi domandò in un orecchio (lì tutti parlavano sussurrando): 
- Ma questo lei può descriverlo?
E io dissi:
- Posso.
Allora una sorta di sorriso scivolò lungo quello che un tempo era stato il suo volto.

Leningrado, primo aprile 1957.

[...]

III.

No, non sono io, è qualcun altro che soffre.
Io non potrei essere così, ma ciò che è accaduto
neri drappi lo coprano,
e portino via le lanterne...
   Notte.

[...]

VII.

La sentenza

E sul mio petto ancora vivo
piombò la parola di pietra.
Non fa nulla, vi ero pronta,
in qualche modo ne verrò a capo.

Oggi ho da fare molte cose:
occorre sino in fondo uccidere la memoria,
occorre che l’anima impietrisca,
occorre imparare di nuovo a vivere.

Se no... Oltre la finestra
l’ardente fremito dell’estate, come una festa.
Da tempo lo presentivo:
un giorno radioso e la casa deserta.

Estate 1939. Casa della Fontanka.


giovedì 24 novembre 2016

Poesia / Dettagli (Come la Pietra dell'Achmàtova).


Esistere al di qua della vita.
Irene Navarra, L'anima imprigionata, Disegno grafico, 2016.

L'alternativa a ogni adattamento
è farsi consenzienti Pietra.

La Pietra dell'Achmatova
che uccise la memoria
rese granito l'anima
prese la fiamma dell'estate
come non fosse sua.

Da Dettagli, Edizioni della Laguna, 2005.




Se vuoi saperne di più su Dettagli, segui il link.

Poesia / Percezioni (Joker stanco. Con Languore alla maniera di Paul Verlaine).


Languore..
Irene Navrra, Percezioni / Joker stanco, Disegno grafico su schizzo a matita, 2012.

Sono un nauseato Joker che ha deposto tutti i suoi campanelli.
Vivo il Languore di Paul Verlaine
e mi sento:

"l'Empire à la fin de la décadence,
qui regarde passer les grands Barbares blancs
en composant des acrostiches indolents
d'un style d'or où la langueur du soleil danse."

"l'Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi Barbari bianchi
componendo acrostici indolenti
in uno stile d'oro dove danza il languore del sole."

(da Paul Verlaine, Jadis et naguére / Allora e ora, Languer / Languore, 1884.

Mi salverà la poesia?

Per leggere altre mie Percezioni, segui questo link.

mercoledì 23 novembre 2016

Poesia / Percezioni (Donna di sabbia siderale).


Donna di sabbia siderale
caduta per un caso
tra matasse
di pensieri azzurri.
Da quelle onde nacque il mare.
E la mia storia.

Da Percezioni, Definire per definirmi, 27 0ottobre 2011.

La mia storia.
Irene Navarra, Nascita, Disegno grafico, 2011.

martedì 22 novembre 2016

Poesia / Percezioni (Poi dal deserto).


Poi dal deserto nacquero le sfere
della luce che si affoltarono sul sole.
La sabbia rispondeva
agli occhi tinti di calore.
E l’ammiccare diventò
diamante sulle dune asciutte.

Da Percezioni Definire per definirmi, 31 Marzo 2011.

Stupore.
Irene Navarra, Percezioni / Sfere e diamanti, Disegno grafico, 2012.