lunedì 23 dicembre 2024

Poesia / Buon Natale 2024 (con Dante Alighieri).

Celebrando la maternità di Maria, auguro Buon Natale a tutti quelli che lo pensano nel suo valore profondo. I versi di Dante Alighieri nel XXXIII canto del Paradiso ci aiutano in ciò.


P_Irene Navarra,  Natività, AiArt, 23 Dicembre 2024.


Dante Alighieri, Paradiso, Canto XXXIII, La preghiera alla Vergine, vv. 1 - 21.

«
Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.

Qui se' a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ' mortali,
se' di speranza fontana vivace.

Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz' ali.

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate."

Poesia / Ambigua-Mente-Lirica: Luna avvelenata (Nemesi).


Ho appena finito di leggere un libro regalatomi da un caro amico. Si intitola Palla e racconta la storia terribile di una cagnolina... Non dico altro.
Sappiate solamente che alle 5 del mattino del giorno 21 scorso, nello scoprire le avventure (reali) di quell'essere infelice, versavo fiumi inarrestabili di lacrime.
E guardavo la Luna.
Dal portico di casa mia - resa statua dal gelo interiore -  guardavo la Luna 
Algida, lontana più che mai, sembrava scuotersi di dosso la sua veste pura per indossarne una intinta nel veleno che faceva colare sull'umanità la sua condanna.

Grazie a Monica Pais per Palla (Longanesi).


P_Irene Navarra, Nemesi, AIArt e GraphicArt, 23 Dicembre 2024,



Luna cattiva questa notte.
Avvelenata.
Lei mi corrompe con sdegno furibondo.
Sento il suo latte denso scendere in me
e trasformarmi in essere feroce
che non sa pietà.
Troppo livore.
Attorno.
Io odio l'uomo
che impone atroci riti inutili
a chi non sa parlare.
Intendo gli animali
vessati torturati disprezzati.
Con noncuranza indifferente abbandonati.
La Luna che comprende e vede
versa il suo tributo
mentre io mi slaccio il cuore
e lo sotterro
per ritrovarlo poi.
Quando dal Caos scaturirà
Giustizia a chiedere lo scotto.
E a farlo battere di nuovo.


P_Irene Navarra, Luna avvelenata e Nemesi, AIArt e GraphicArt, 23 Dicembre 2024



giovedì 19 dicembre 2024

Poesia / Ambigua-Mente-Lirica: Della noia (Meditazione in Rosa).


Nell'Aurora, dopo una notte insonne, tutto si chiarisce.
E ci si riconosce.
Con lucida profondità.
 
P_Irene Navarra, Nell'Aurora, AIArt e GraphicArt, 19 Dicembre 2024.


Attirata dalla luce
che entra nella stanza
a passo timido
in quest'Aurora gelida di metà Dicembre,
mi stupisco delle sue mani rosa
in rapide carezze tra le tende.
Non ho dormito.
Distesa sul divano contemplavo:
il silenzio della mente in pace,
il crepuscolo dei sogni più improbabili,
 e la malinconia come una serpe
sgusciante sopra i muri.
Evocazioni d'Eden per me
già pronta al volo con gli Angeli maestri.

Posso stare immobile per ore
e non provare noia.
Anche un corpuscolo di polvere
che danza
mi avvolge con il suo suadente miele.

La noia è un tossico
che non conosco.
Non un deserto,
né un greto in secca
sono noia.
Essi hanno storie e suoni.
Voci rimbalzano tra granelli e sassi.
La sabbia porta frusci d'oro e quarzo,
i sassi parlano lo scorrere del fiume.
Di noia non si muore.
Ci si isterilisce
È un Vuoto cosmico
che non figlia semi.
Io non lo provo mai.


P_Irene Navarra, Meditazione in Rosa, AIArt e GraphicArt 19 Dicembre 2024.

lunedì 16 dicembre 2024

Poesia / Ambigua-Mente-Lirica: Risveglio (con Emily Dickinson).

 

P_Irene Navarra, Mattino d'Estate, AIArt e GraphicArt, 16 Dicembre 2024


Ho appena aperto gli occhi.
Allungo le membra irrigidite,
mi rotolo snodandomi nella trapunta,
riprendo contatto con il mondo.
Il mondo che non ha dolcezze
se non quelle nascoste
nei cassetti remoti della mente.
Una lama mi taglia il cuore.
Riserro le palpebre di colpo.
Torno nel Limbo del distacco.
E sono Emily* bellissima,
ma con le chiome corte e bianche,
Emily che offre il volto al vento
e sente sulla pelle
il fiato caldo dell'estate.
Gli Angeli mi sfiorano i capelli con le ali
- le loro mani lievi -,
un pettirosso vola attorno,
trascinando una nuvola di Luce
mentre s'espande la Speranza
che tutto sia di Vero e Buono intriso.

*Emily Dickinson


Fammi un quadro del sole –
Che l’appenda in stanza –
e possa fingere di scaldarmi
mentre gli altri lo chiamano "Giorno"!

Disegnami un pettirosso – su un ramo –
Che io l’ascolti, sarà il sogno,
e quando nei frutteti la melodia tacerà –
che io deponga – questa mia finzione –

Dimmi se è proprio caldo – a mezzogiorno –
se siano i ranuncoli – che "si librano" –
o le farfalle – che "fioriscono".
Poi – evita – il gelo – che si stende sui campi –
e il colore della ruggine – che si posa sugli alberi –
Fingiamo che quelli – non arrivino mai!


Make me a picture of the sun –
So I can hang it in my room.
and make believe I’m getting warm
when others call it “Day”!

Draw me a Robin – on a stem –
So I am hearing him, I’ll dream,
and when the Orchards stop their tune –
put my pretense – away –

Say if it’s really – warm at noon –
whether it’s Buttercups – that “skim” –
or Butterflies – that “bloom”?
Then – skip – the frost – upon the lea –
and skip the Russet – on the tree –
Let’s play those – never come!


Emily Dickinson, Fammi un quadro del sole, In Silenzi, 1860.


domenica 15 dicembre 2024

Poesia / Ambigua-Mente-Lirica: In danza ( Meditazione cromatica in Bianco e Viola).



P_Irene Navarra, In danza, AIArt e GraphicArt,15 Dicembre 2024


Immaginarmi in danza.
Come se fossi un clone di me stessa.
Capelli bianchi,
la veste di cotone chiaro,
i piedi nudi che battono il terreno
e tutta, tutta vorticante nella Bora
che scioglie il corpo e lo ricuce
con arrotati, lunghi aghi di viola.
Narratemi la storia di me maga
cambiata in trepida materia.
Mi cullerò di sterile illusione.
Continuerò a tracciare cerchi.
Cerchi imperfetti ma di Luce.
Che non sono mai prigione.

Poesia / Ambigua-Mente-Lirica: Cerchi (Meditazione cromatica in Bianco calce, Oro, Argento).


Nell'uso inconscio delle forme e del colore sta la ragione del mio meditare.


P_Irene Navarra, Cerchi imperfetti, AIArt e GraphicArt,15 Dicembre 2024.


La mia mano si muove sulla tela.
Traccia percorsi circolari aperti.
Con un pennello intinto nella calce viva.
Manca qualcosa per la perfezione
che - mi ripeto - non è di questa Terra.
Traccio, mi blocco e ricomincio.
All'infinito la trafila senza sbocco.
Cambio sostanza.
Oro e argento,
non più calce viva.
Ma non c'è soluzione.
Le braccia sono stanche,
gli occhi corrosi di delirio.
Oh, riposare senza il tarlo dei pensieri.
Oh, addormentarsi nella vita
sognando albe e tramonti
davanti a me che assisto
come al cinema d'estate.
Devo resistere, però.
Perché ho Altro dentro.

Così ritento.
Con fiducia.
Li chiuderò i miei cerchi.
Quando sarò nel centro preciso del mio centro.
Tutta appagata del mio spirito.
Divino.


P_Irene Navarra, Cerchi perfetti, AIArt e GraphicArt, 15 Dicembre 2024.


sabato 14 dicembre 2024

Poesia / Cronaca: Sui benefici e l'ingratitudine (con Lucio Anneo Seneca).


Scrive Lucio Anneo Seneca:

"Ingratus est qui beneficium accepisse se negat, quod accepit; ingratus est qui dissimulat; ingratus qui non reddit; ingratissimus omnium qui oblitus est."

"È un ingrato chi nega di aver ricevuto un beneficio che invece ha ricevuto; è ingrato chi lo dissimula; è ingrato chi non lo ricambia; ma il più ingrato di tutti è chi lo dimentica."

De Beneficiis, III, 1.


P_Irene Navarra, Coscienza, AIArt e GraphicArt,14 Dicembre 2024.



Ingratitudine: comportamento che misconosce o rinnega la sostanza umana e morale del beneficio ricevuto.


Definizione perfetta.
Mi colpisce la sua solennità.
Così spiegata, l'ingratitudine sembra quasi il risultato di un tradimento spirituale.
Quello che è, in effetti.
La mia Anima lo sa.
E me ne parla in dialogo segreto.

Anima -
Te l'avevo detto!
Chiudi le emozioni nel tuo mondo
e il tuo sapere in un prisma di cristallo
da appendere nel chiuso di una stanza
e nella luce che desideri.
Ma tu - inutilmente -
profondi doni generosi che poi,
stravolti da chi ti misconosce,
perdono credibile sostanza. 
 
Irene -
E ora sono qui.
A raccontarmi che ho sbagliato.
Sono qui nella mia stanza
dove entra Luce 
dalle persiane appena aperte.  
Non ho più pane da spartire
né latte da libare assieme 
a chi sbeffeggia il beneficio avuto.
Rido.
Di tristezza amara.
Tra poco, Anima mia, 
tornerò a risplendere. 
Nel personale prisma di cristallo 
che regala arcobaleni alle pareti. 
Grazie.