sabato 22 ottobre 2016

Poesia / Frammento 1 - Meditazione (Distacco).


Silvia Valenti, Evoluzione 1, Fotografia, 2012.

Dhammapada XIX
Versetti 264 e 265

Non basta il capo rasato a fare un asceta
di chi è bugiardo e indisciplinato.
Come può essere un asceta
chi è schiavo dei propri desideri e attaccamenti?

Asceta è chi è pronto
a sradicare in sé ogni impurità
per acquietare la mente.
  

Frammento 1

Distacco dunque.
Essere un mare calmo.
Serenamente.

giovedì 20 ottobre 2016

Poesia / Irene Navarra - Dentro (Quadrato nero).


Dal mio Dentro (Luglio Editori - Premio Città di Mesagne 2013).
La lirica dedicata a una creatura molto amata, che non c'è più,
è tratta dalla terza parte del libro, Cronaca di un'Assenza.
Nella Nota è inserito un breve testo di Margini (B&V,  Editori, 2002)
per suggerire un fragile ritorno alla Luce.

Di Margini fa parte la silloge Esclusioni che mi ha meritato
il Premio Cesare Pavese ritirato nella casa natale dello scrittore a Santo Stefano Belbo (Cuneo - Piemonte).

Qui trovate altre notizie sulla sezione Parole e Immagini del sito di Dentro.

Indizio in bianco e nero.
Irene Navarra, Quadrato nero, Disegno grafico e Nota a margine, 2014.


Ed ecco il video con cui ho aperto la serata di presentazione del volume al Teatro Incontro di Gorizia. È fatto di Contaminazioni liberamente ispirate all’opera La scatola nera della pittrice Vilma Canton Lautieri. Dal Buio dello sfondo emerge l’Oro delle immagini che scorrono o ruotano in moto discontinuo per altalenanti apparizioni e dissolvenze. A significare l’infinita ciclicità dell’Essere/Non-Essere e l’affacciarsi del Divino nelle vicende umane. Burattini spuntano dalle crepe della materia cromatica mentre la voce narrante evoca il suo personale Vuoto percorrendo le regioni astratte del pensiero. E dice: Ricordo lo scoppio della nascita. / Lo scoppio e poi più nulla. / Era iniziato il Vuoto mio particolare (da Microconflagrazioni per reimpostare in Dentro, pag. 35).



mercoledì 19 ottobre 2016

Poesia / La lezione di Galileo Galilei.


Irene Navarra, Cecità, Disegno grafico, 2012.

In un momento della mia esistenza, mi ritrovai a brancolare nel buio.
Ero cieca.
Cieca e sofferente.
Come se mi avessero cavato gli occhi con un uncino arroventato.
Mi salvarono la riflessione e Galileo Galilei.
Uno spirito-guida per me.
Sapiente pur senza la luce dello sguardo.
Così ripresi il viaggio.


Cecità e Controcecità

Un poco prima dell’impatto
gusti la sferza carneviva
del cadere libero.

Esaltazione empia nel tuo attimo risibile.

Potresti essere Dio?
Solo intensive.
Come dice il Galilei
dalla radice dei suoi occhi spenti
giustificato alfine da una fede indotta.

E questo invero
ironica /
approfondita /
mente.


20 dicembre 2007 (Sottraendomi all'Inquisizione.)
Da Irene Navarra, Derive / Il Mondo Fuori, GA, 2009.


La mente umana è opera di Dio. Perciò l’uomo può compiere cose stupefacenti nella conoscenza raggiungendo, settore per settore, una profondità sicura che “agguaglia quella divina nella certezza obiettiva”. La differenza tra l’uomo e Dio sta nel fatto che il primo ha capacità solo intensive, Dio invece le possiede sia intensive che estensive.

[…]
Salviati. Molto acutamente opponete; e per rispondere all’obbiezione, convien ricorrere a una distinzione filosofica, dicendo che l’intendere si può pigliare in due modi, cioè intensive o vero extensive: e che extensive, cioè quanto alla moltitudine degli intelligibili, che sono infiniti, l’intender umano è come nullo, quando bene egli intendesse mille proposizioni, perché mille rispetto all’infinità è come uno zero; ma pigliando l’intendere intensive, in quanto cotal termine importa intensivamente, cioè perfettamente, alcuna proposizione, dico che l’intelletto umano ne intende alcune cosí perfettamente, e ne ha cosí assoluta certezza, quanto se n’abbia l’istessa natura; e tali sono le scienze matematiche pure, cioè la geometria e l’aritmetica, delle quali l’intelletto divino ne sa bene infinite proposizioni di piú, perché le sa tutte, ma di quelle poche intese dall’intelletto umano credo che la cognizione agguagli la divina nella certezza obiettiva, poiché arriva a comprenderne la necessità, sopra la quale non par che possa esser sicurezza maggiore.
 […]
Concludo per tanto, l’intender nostro, e quanto al modo e quanto alla moltitudine delle cose intese, esser d’infinito intervallo superato dal divino; ma non però l’avvilisco tanto, ch’io lo reputi assolutamente nullo; anzi, quando io vo considerando quante e quanto maravigliose cose hanno intese investigate ed operate gli uomini, pur troppo chiaramente conosco io ed intendo, esser la mente umana opera di Dio, e delle piú eccellenti.

Da G. Galilei, I due massimi sistemi del mondo, in La prosa, Sansoni, Firenze, 1978, pagg. 361-362.

Cieca cadevo. Mi salvò Galileo.

Per saperne di più sulla mia poesia, Va' al mio sito..
Scopri le ultime notizie..

lunedì 17 ottobre 2016

Poesia e Arte / Carlo Michelstaedter, Vita-Morte.


Oggi, 17 ottobre 2016, ricorre l'anniversario del suicidio di Carlo Michelstaedter
(Gorizia, 3 giugno 1887 – Gorizia, 17 ottobre 1910).
Ricordiamolo rileggendo il suo Canto delle crisalidi.

Studio di copertina 2 per video.
Irene Navarra, Il canto delle crisalidi di Carlo Michelstaedter, Disegno grafico, 2016.
- Studio di copertina 2 -


Vita, morte,
la vita nella morte;
morte, vita,
la morte nella vita.

Noi col filo,
col filo della vita
nostra sorte
filammo a questa morte.

E più forte
è il sogno della vita -
se la morte
a vivere ci aita

ma la vita
la vita non è vita,
se la morte
la morte è nella vita

e la morte
morte non è finita,
se più forte
per lei vive la vita.

Ma se vita
sarà la nostra morte
nella vita
viviam solo la morte.

Morte, vita,
la morte nella vita;
vita, morte,
la vita nella morte. –

Da Poesie (1905-1910), a cura di Sergio Campailla, Adelphi, 1987.

Qui il video dedicato.
Le varie slide che lo compongono sono bianco-nere.
Per evocare simbolicamente l’alternare dei concetti esistenziali di Vita-Morte.

Nell'immagine di presentazione del video: Irene Navarra, Studio di copertina 9, 2016.

Carlo si uccise con un colpo di rivoltella.

"Quando recidi lo stame della vita, hai scelto. Che sia per lucida volontà, per disperazione, per curiosità, non importa. Importa che tu abbia scelto facendo tua l’unica forma di libertà di cui puoi godere: la Libertà per la morte.
Morte, vita, / la morte nella vita; / Vita, morte, / la vita nella morte.
Sussurriamocelo anche noi questo mantra che amplifica lo spirito. Perderemo ogni paura.”

Da Di soglia in soglia la Percezione dell’Assoluto di Irene Navarra (performance multimediale messa in scena al Teatro Incontro di Gorizia il 4 giugno 2010, nel Centenario della nascita di Carlo Michelstaedter).


In Onda per onda (Poesie, Adelphi, 1987, pag. 74) scrive:

[…]
Al mio sole, al mio mar per queste strade
della terra o del mar mi volgo invano,
vana è la pena e vana la speranza,
tutta la vita arida e deserta,
finché in un punto si raccolga in porto,
di sé stessa in un punto faccia fiamma.

"Se penso a quel colpo di rivoltella di quel maledetto 17 ottobre 1910, provo rabbia e mi dico che è stato folle, che se n’è andato per un eccesso intellettualistico, per esasperata interiorizzazione o sfrenata sensualità. Poi, però, capisco che ci ha tolto sì la sua straordinaria persona, ma ci ha regalato un mito. E istantaneamente lo amo di un amore ancora più forte. Per amore, dunque, lasciamolo ritornare con la sua Bella Morte al di là dell’ultima Soglia, nel segreto di un Mondo che non ci è dato conoscere."

Da Di soglia in soglia la Percezione dell’Assoluto di Irene Navarra (performance multimediale messa in scena al Teatro Incontro di Gorizia il 4 giugno 2010, nel Centenario della nascita di Carlo Michelstaedter).

Paul Klee, La morte e il fuoco, 1940.
Resta il pallido volto della morte e la fiamma.
Come nel celebre dipinto di Paul Klee La morte e il fuoco che, seppure con dettami diversi, mi riporta visionariamente al "Giovane Divino" per gli imperscrutabili sentieri dell'Arte.


Per saperne di più su Carlo Michelstaedter, si seguano i link cliccando sui titoli sottostanti.
Dalla Morte alla Vita.
Il suicidio di Carlo Michelstaedter: un'ipotesi.
Di soglia in soglia La Percezione dell'Assoluto.


venerdì 14 ottobre 2016

Poesia e Arte / Irene Navarra - Roberto Faganel: La terra, la visione (L'andana tra le acacie).


L’andana tra le acacie
la svolta verso il greto
ghiaie smottanti
e gelsi indocili.
(Coreografie solcanti
i secoli. Virtuali.)
Lungo le rive dell’Isonzo
slanciano nervi elastici
sull’acqua che brusisce.

Di colpo: occhio stranito, il cielo,
fuliggine alternata a brio citrino,
stoccate e fughe.
Nello scirocco furibondo
i turbini e la tregua.
Corruscata.

Irene Navarra, La terra, la visione / Gorizia e dintorni tra realtà e sogno, EdL 2009.

Roberto Faganel, Luce nella tempesta, olio su tela, 1996.



La poesia e il dipinto fanno parte della mia raccolta lirica La terra, la visione / Gorizia e dintorni tra realtà e sogno. Pubblicata nel 2009 dalle Edizioni della Laguna in tiratura limitata e stampata su preziosissima carta veneziana color avorio, sericea al tatto, narra esperienze di empatia spirituale con la natura opulenta della mia Terra. Accanto a me: Emma golden retriever, la straordinaria creatura che mi ha insegnato a godere di ogni istante della nostra esistenza. Così, Fiaba e Realtà si sono mescolate a tal punto da evocare, durante le rituali passeggiate, un universo parallelo di sublime armonia. Questo per quindici meravigliosi anni. Poi se n’è andata. È diventata Emma che non c’è più. Emma che non c’è più solo sensorialmente, però. Lei è in me: un soffio lieve, consolatore e dolce come non mai.

Per conoscere meglio il libro, clicca Qui. E Qui. E ancora Qui.
Se vuoi, condividi il post. Perché si sappia quanto la Bellezza possa.
Grazie.

giovedì 13 ottobre 2016

Poesia / Roque Dalton Garcia poeta e combattente.


Roque Dalton Garcia.

Dice Julio Cortazar che Roque Dalton Garcia (San Salvador, 14 maggio 1935 - Quezaltepeque, 10 maggio  1975) è stato “l’esempio assai poco frequente di un uomo in cui la capacità letteraria, la capacità poetica, sono fin dall’età giovanile mescolate con un profondo sentimento di naturalezza con il suo popolo, con la sua storia e il suo destino. In lui, da quando aveva diciotto anni, non si poté mai separare il poeta dal lottatore, lo scrittore dal combattente, e per questo la sua vita fu una serie continua di persecuzioni, prigionie, esili e fughe”.

Fu assassinato il 10 maggio 1935 da compagni di lotta dell’ERP (Esercito rivoluzionario del popolo). I colpevoli sono tuttora ignoti e i resti del poeta non sono mai stati trovati. Nel luglio di quest’anno l’Ufficio per la Difesa dei Diritti umani del Salvador ha accolto le richieste di giustizia della famiglia del poeta e ha chiesto alla Procura generale di riaprire le indagini.

(Fonte: PressReader 31 luglio 2016)


Vita e letteratura nell'Estetica di Roque Dalton Garcia.

La poesia di Roque Dalton Garcia, delicata e aggressiva assieme, rivela la necessità spirituale di coniugare vita e letteratura. E ciò in forma spesso autoironica, talvolta spietatamente critica o anche teneramente gaia. Un alternare dialettico, questo, reso come cifra estetica dell’essere. Roque è poeta e combattente proiettato nella storia del suo Paese. Egli si fa voce narrante del suo Paese e di quelle feroci contraddizioni per cui la Vita, da mordere con gusto e allegria, diventa Morte da subire nel corpo violentato da una pallottola sparata di fianco. “L’unica pallottola capace di trovarlo” come ha scritto Eduardo Galeano in Memoria del fuoco.

Irene Navarra / Quaderni di critica / Artemisia Eventi Poesia / Roque Dalton Garcia / 13 ottobre 2016.

E adesso ascoltate la voce di Julio Cortazar che recita Alta Hora de la noche.



martedì 11 ottobre 2016

Poesia / Geoffrey Hill: Elogio della poesia difficile - The praise singer.


Valentina Brunello, Barcellona, Fotografia, 2004 (Archivio personale).

"La parola 'accessibile' è perfetta in certi contesti; per esempio, i bagni pubblici devono essere accessibili per chi si muove sulla sedia a rotelle. Secondo me, però, una parola perfetta nell’ambito dell’educazione o delle arti civiche è del tutto fuori luogo in un discorso più ampio sulle arti. Non c’è motivo per cui un’opera d’arte debba essere immediatamente accessibile, di certo non nel senso che comunemente si dà a questa parola.
Dal mio punto di vista, la poesia difficile è la più democratica perché fa al pubblico l’onore di supporre che sia composto da esseri umani intelligenti. Molta poesia populista, oggi, tratta la gente come se fosse stupida. E questo particolare aspetto va di pari passo con quello della dimenticanza di una tradizione."

Da The Guardian del 10 agosto 2002: intervista a Sir Geoffrey William Hill di Robert Potts.


Sir Geoffrey William Hill.
"The word 'accessible' is fine in its place; that is to say, public toilets should be accessible to people in wheelchairs; but a word that is perfectly in its place in civics or civic arts is entirely out of place, I think, in a wider discussion of the arts. There is no reason why a work of art should be instantly accessible, certainly not in the terms which lie behind most people's use of the word.
In my view, difficult poetry is the most democratic, because you are doing your audience the honour of supposing that they are intelligent human beings. So much of the populist poetry of today treats people as if they were fools. And that particular aspect, and the aspect of the forgetting of a tradition, go together." 

From The Guardian (August 10, 2002): interview with Sir Geoffrey William Hill by Robert Potts.