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giovedì 2 giugno 2022

Poesia / FoodHaiku 3.

Per una pedagogia della poetica haiku dedicata al cibo come forma d'arte. Fissare il transitorio dei cinque sensi grazie all'intuizione lirica. Dal descrittivo al concettuale attraverso le figure retoriche di contenuto, significato, suono, stile. In armonia con il PROGETTO ARTE, SENSI & ENOGASTRONOMIA di Silvia Valenti (DIEFFE SPINEA).

Silvia Valenti, (@itsmeandmylife) • Foto e video di Instagram. Zucchine sott'olio.
Fresh pickled zucchini in evo with garlic and chili peppers!
, 7 agosto 2014.
(Courtesy dell'artista).

 
Haiku Caudato: 7 – 5 – 7 + Coda (Descrittivo con personalizzazione)

Zucchine, aceto,
peperoncino, aglio -
Bontà sott’olio.
Pesco col dito.

Haiku Tradizionale: 5 – 7 – 5 (Con salto concettuale, similitudine analogica e sinestesia)

Zucchine d’orto -
croccanti dita verdi
dentro il vetro.  
 

lunedì 2 agosto 2021

Poesia / Futura-Mente: Eppure non dimentico.

 
Irene Navarra, Pippo e il quadrifoglio / Segni, FotoInstagram, 2021.



Vorrei che ogni ricordo
fosse chiuso nel momento
e basta.
Insomma, viverlo, sì,
quell'attimo fugace
ma non come un ricordo, poi.
Niente passato, dunque.

(Eppure non dimentico.)
 
Così mi vedo sul sentiero usato
tra erbe incolte e viti rigogliose
con Pippo Setter stretto al fianco.
Lui baldanzoso e codallegra,
io punta, tacco, punta e balzi
a un ritmo buffo da Charlot rinato.
Memoria in cui riaffiorano compagni:
Emma Petto di Luna e Orazio e Pablo,
i tre stupendi Golden della mia esistenza.
Insieme tutti.
In un durevole Futuro onnipresente.

 

giovedì 16 luglio 2020

Poesia / Percezioni: La strada di malva (Presagio).


Procedendo lungo una strada di malva ti può succedere di tutto. Persino di imbatterti in una magnifica colomba candida che si fa messaggera di segreti altrimenti irraggiungibili. Ti guarda e ti comunica pensieri che senti nella mente come se fossero tuoi. Incredibilmente veri. Così li percepisci. E decidi di fidarti.

Irene Navarra, Una colomba candida / Presagio, Fotografia e grafica, 2017

E poi lungo il cammino viola
apparve una colomba candida
a raccontare storie, fissando
gli occhi tondi dentro i miei.

Disse nel suo linguaggio
di singhiozzi e repentini scatti
che, sì, potevo continuare,
seguire complici presagi
anche se d’oro spento.

Lei era lì per me.

A patto che sentissi ancora
un po’ di la luce, e ci credessi,
e assicurassi - le dita in croce sopra
il cuore – di liberare la speranza.

Così giurai.
E mi sentii leggera.

(Da: Irene Navarra, Percezioni, 16 luglio 2020.)

lunedì 20 marzo 2017

Poesia / Stagioni - Primavera (A San Floriano del Collio lungo la Strada dei ciliegi).


Irene Navarra, Amata campagna / Bianco in fiore.
FotoInstagram, 2014.
Se cedo alla misura solitaria del meriggio
e vado e struscio il braccio su cortecce
come seta e sacco a trama grezza,
sento il bisbiglio dei ciliegi in fiore.
Un suono fresco di parole si stacca
infila e frulla nel mio cuore-gabbia.

(Ho imprigionato la bellezza.
E gli occhi lustri della Primavera.)

≈≈≈

Da tutti i germogli di ciliegio 
rubo l’anima vagabonda
del mio titano centenario
morto in giardino un anno fa. 

≈≈≈

In ogni pioggia di corolle
cerco l’intimità che mi donava
il mio ciliegio antico.
Non posso fare altro che indossarle
quando si mettono a danzare verso
il suolo spiegato a tanta gloria.

Irene Navarra, La terra, la visione, EdL 2009.


Irene Navarra, Frammenti di Primavera.
FotoInstagram, 2014.
Il rigenerarsi delle stagioni, ripetitivo eppure mai uguale, come le lacrime dei tralci di vite a primavera inoltrata, ci mostra un cammino che per la sua incredibile semplicità, stentiamo a compiere.
Ogni giorno un prodigio.
La compenetrazione tra l’uomo e la natura, narrata in quest’opera, si veste di misticismo. Ed è anche l’espressione dei pensieri più intimi. Quelli che ti salvano dal dolore quando i colpi della sorte si abbattono come scuri, quelli che ti portano tra i vasti filari della tua campagna, pronta a sorriderti con volteggi di gazze e ghiandaie, distese d’erbe selvatiche e giardini rigogliosi.
Un inno alla purezza nascosta dalla patina dell’abitudine.
Questa, in parte, la filosofia dei grandi maestri zen come Matsuo Bashō, padre della poesia haiku, che riesce a fondere il proprio limitato essere con l’infinito cosmico percependo la voce dell’acqua di uno stagno, il suo suono cupo nell’accogliere il salto di una rana: “Vecchio stagno / una rana salta / tonfo d’acqua”.

Silvia Valenti, La terra, la visione, Introduzione, EdL, 2009.

≈≈≈

Pioggia di petali su di me. Il ciliegio di casa, i suoi tesori. Gli alberi accompagnano un andare dolce. Sulle spalle ho carezze arboree che lasciano un senso di fresco mai provato. Ogni marzo preparo il mio girovagare allestendo una corte di Angeli. Pabo golden retriever fiuta tracce e profumi di presenze arcane. Emma golden retriever mi sfiora la gamba con il suo corpo immacolato. Ho pareti di cristallo attorno. Primavera ride lieta negli speziati fiori di sambuco ai bordi delle strade e nelle dense magnolie di Casa Bensa.

Irene Navarra, Piccoli Poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire,
21 marzo 2014.