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domenica 1 ottobre 2017

Poesia / La terra, la visione - Primavera a San Mauro - VI (La preghiera).


Roberto Faganel, L'Isonzo, olio su tela, 1999.


(Preghiera)

Il fiume con la sua sapienza
fatta di istanti eterni l’uno
sull’altro e infibulato all’altro
accorda i fermenti trasformati
dal grembo caldo della conca
in cui si cova il tempo.

La sua coscienza è specchio
solo di nubi-trasmigranti-
tacite-tzigane nel quarzo
immacolato di San Mauro.


                  (La croce resa a istinto è una conferma.
                  Qui il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo.
                  Così sia.)


(Molitev)

Reka s svojo modrostjo,
stkano iz večnih trenutkov, ki drug
nad drugim in v drugega pripet
uskladijo vzgibe, spremenjene
od toplega naročja kotanje,
kjer se koti čas.

Njena zavest je ogledalo
zgolj iz oblakov - selečih se,
tihih, ciganskih - v brezmadežnem
štmavrskem kremenu.

    (Nagonsko vrnjeni križ je potrdilo.
    Tukaj Oče in Sin in Sveti Duh.
    Amen.)


(La preiere)

Il flum cu la sô sapience
fate di moments eternis un
sore di chel altri e incalmât a chel altri
al acuarde i ferments mudâts
dal grim cjalt de concje
dulà che si cove il timp.

La sô cussience e je spieli
dome di nûi-migrants-
cidins-zigainars tal cuarç
cence magle di San Maur.

     (La crôs regalade d’istint e je une conferme.
     Culì il Pari, il Fi e il Spirtussant.
     Amen.)

Qui se vuoi saperne di più su La terra, la visione (Gorizia e dintorni tra realtà e sogno) le cui immagini sono costituite dalle opere ad acquerello e olio del pittore Roberto Faganel.
Le magistrali traduzioni sono di Jolka Milič (Grande ufficiale dell'Ordine della Stella della solidarietà italiana concessa dal Presidente della Repubblica Ciampi nel 2005) e di Gloria Angeli dell'Università di Udine.
L'Introduzione è stata curata da Silvia Valenti, critico d'arte e orafa. Qui il suo sito e Qui la sua Presentazione del libro.

domenica 17 settembre 2017

Poesia / La terra, la visione (Le nostre radici 1).


In queste liriche ci sono tre mondi: quello di Emma Golden Retriever che non c'è più, quello di Pablo Golden Retriever che ora mi scorta complice nelle avventure quotidiane lungo magnifici sentieri  di campagna, e il mio.
Ogni piccola scoperta, un evento magico.
Ogni passo tra i folti ciuffi d'erba dei vasti incolti che percorro di giorno in giorno, un respiro profondo di appagamento e gratitudine per quanto mi è concesso. Condividere, poi, con un amico a quattro zampe tanta beatitudine significa cogliere meglio le sinestesie del Creato.

Qui se vuoi saperne di più su La terra, la visione (Gorizia e dintorni tra realtà e sogno) le cui immagini sono costituite dalle opere ad acquerello e olio del pittore Roberto Faganel.
Le magistrali traduzioni sono di Jolka Milič (Grande ufficiale dell'Ordine della Stella della solidarietà italiana concessa dal Presidente della repubblica Ciampi nel 2005) e di Gloria Angeli dell'Università di Udine.
L'Introduzione è stata curata da Silvia Valenti, critico d'arte e orafa. Qui il suo sito e Qui  la sua Presentazione del libro.


Roberto Faganel, Le nostre radici, Acrilico su tavola, 1984.


Le nostre radici 1

Cerchi di tini rossocrosta di antiruggine.

(Sarebbe bello accoccolarmi nella loro curva
e prendere a ruotare come un Momix
di qualche magra fiera paesana.)

Calcina, verderame: fondali e paradisi
a doghe in sfascio. Relitti di un’Arca
singolare che navigò l’Apocalisse
per poi schiantarsi qui.
In questo fiume che conosce
nome a nome i morti
curandone
impossibili apparenze.

(Bisaccia sulla spalla
e nelle tasche semi di radicchio
più cari dei coralli di rosario.
Contati. Soppesati.
Avvolti in fazzoletti.

Quasi creature da ninnare
in ceste con decori di robinia.)


Roberto Faganel, Le nostre radici - Frammenti, Acrilico su tavola, 1984.


Naše korenine 1

Obroči čebrov, skorjasto rdeči od premaza proti rjavenju.

(Kako lepo bi bilo, ko bi se čepe v njihovi
krivulji začela vrteti kot eden od Momixov
na kakšnem bolj revnem vaškem sejmu.)

Gašeno apno, zeleni volk: ozadja in nebesa
iz razsutih dog. Razbitine prav posebne
barke, ki je preplula apokalipso,
da se je potem tule razbila.
V tej reki, ki pozna
vse mrliče poimensko
in goji nemogoče
zunanje videze.

(Z bisago na rami
in s semeni radiča v žepih,
ljubših od korald rožnega venca.
Preštetih. Potežkanih.
Zavitih v robcih.

Skoraj bitja za ujčkanje
v košarah z okraski iz robinije.)

(Traduzione in lingua slovena di Jolka Milič.)


Lis nestris lidrîs 1

Cerclis di brentiei ros croste di antirusin.

(Al sarès biel scrufuiâmi te lôr curve
e cjapâ a rodolâ come un Momix
di cualchi sagre magre di paîs.)

Cjalcine, verderam: fondâi e paradîs
a dovis in ruvine. Relits di un’Arcje
singolâr che e navigà l’apocalìs
par dopo vignî a sbati culì.
In chest flum che al cognòs
non par non i muarts
curantint
aparencis impussibilis.

(Carnîr su pe spale
e tes sachetis samencis di lidric
plui cjaris dai corai di rosari.
Contâts. Stazâts.
Invuluçâts in façolets.

Cuasi creaturis di drindulâ
in cos cun decorazions di robinie.)

(Traduzione in lingua friulana di Gloria Angeli.)

sabato 25 marzo 2017

Poesia / La terra, la visione - Sul limitare di mondi paralleli.


In un Non-Luogo dove tutto è possibile.
Irene Navarra, Druido / Sul limitare di mondi paralleli, Disegno grafico, 2014.
                                                                                              
                   Sul limitare di mondi paralleli
                   l’Albero-custode sosta assorto
                   nel gorgo delle sue visioni.
                   Occhiaie immense dilatano
                   la percezione di un Altrove
                   diffuso dietro il varco.
                   Sembra che il firmamento
                   sia ruzzolato nel suo petto.
                   Travolti sole e stelle, la bora
                   stride nella pancia asciutta
                   con sporte di germogli -
                   capsule-sonagliere -
                   il crepitare dei silenzi
                   su drupe d’agrifoglio
                   radenti melodie. -
                   Per rimanere là.
                                 Dove la mente
                                 alligna coi suoi semi
                   e l'anima nidifica di rovi,
                   brucia per sorbi fulvi.
                                 (Memoria millenaria trabocca dalle fibre
                                 la smania di una terra che rinasca vergine.
                                 Solo di notte. Se il Drùido danza nudo
                                 nella manna pastosa del plenilunio.)

Qui per saperne di più sul mio libro di versi La terra, la visione (Edizioni della Laguna).

martedì 21 marzo 2017

Haiku / Noterelle un po' critiche (7) - Susino sogna.


Ventuno di marzo.
Scrollando gloria pura
Susino sogna.

Gli alberi hanno sentimenti.
Irene Navarra, Susino sogna, FotoInstagram, 2016.

C'è l'abusato kigo - inevitabilmente, visto il soggetto e la stagione - reso però più vivido da due elementi poetici per nulla parte della forma classica dell'haiku: la Personificazione e l'Analogia. 
Nella sua momentanea e precoce gloria di puro colore e leggerezza Susino sogna le future opulenze dei frutti mentre si lascia andare alla soavità del vento. Il frullare di petali bianchi diventa così la voce analogica della meravigliosa creatura arborea.


martedì 21 febbraio 2017

Poesia / Senza parole - Dentro il segreto dei cipressi.


Cipressi in fila.
Simmetrici. Fratelli.
Lungo la via di sassi spenti
segnano soste ripetute.

Ho fatto arca per il corpo
della loro essenza,
monili delle loro coccole.

Ho fatto.
Adesso, in questo percepire chiaro,
sono solo radice
che ignora la sua cima.

Conoscenza.
Irene Navarra, Dentro il segreto dei cipressi, Disegno grafico, 2017.

L’allée est sans fin
Sous le ciel, divin
D’être pâle ainsi!
Sais-tu qu’on serait
Bien sous le secret
De ces arbres-ci?

Estaminet du “Jeune Renard”, août 1872.

Il viale è senza fine
sotto il cielo, divino
di un tale pallore!
Sai che si starebbe bene
protetti dal segreto
di questi alberi qui?

Caffè del “Jeune Renard”, agosto 1872.
(Traduzione di Irene Navarra)

Paul Verlaine, Romances sans paroles, Paysages belges, Bruxelles, Simples Fresques II.
Vanier, 1902 (Œuvres complètes, volume I, p. 172).
(Fonte: Wikisource)

venerdì 10 febbraio 2017

Poesia / Percezioni (La luna-mappamondo).


Quattro chiacchiere con la luna.
Irene Navarra, Il sorgere della luna, Disegno grafico, 2017.


La luna-mappamondo sorge
dal San Michele. Arretro
per vederla meglio.
Le do le spalle
e corro più lontano.
Insistono le impronte.
Cave dentro l’erba.
Premono sulla nuca
i polpastrelli della luna.
Mi giro.

(Solleticata
dal crinale dell’altura
sorride compiacente.)

Da: La terra, la visione (Gorizia e dintorni tra realtà e sogno), EdL, 2009.


mercoledì 1 febbraio 2017

Poesia / Frammento 7 (Nitido niente 1 e 2).


Rileggendo La Terra desolata (The Waste Land) di Thomas Stearns Eliot.

Era Aprile (il mese più crudele secondo il poeta),
il mio giardino vibrava viola di lillà,
io vivevo emozioni contrastanti
in bilico tra Letteratura e Sentimento.

La lezione di Eliot.
Irene Navarra. Nel giardino dei lillà, Disegno grafico, 2017.
1
"April is the cruellest month"*
Se scavi puoi ucciderti.

2
Nel giardino antico dei lillà
si fanno di velluto i gesti.

E scivola il pensiero.
dentro un nitido niente.

*Da The Burial of the Dead in The Waste Land di Thomas Stearns Eliot.
(Fonte: Bartleby.com).

martedì 1 novembre 2016

martedì 12 aprile 2016

Poesia / Haiku - Il rifugio.


La pioggia improvvisa, la corsa con il mio Pablo nella campagna di Punto,
il rifugio tra i rami di un gelso secolare.
Stupore.
Sgorga la poesia.

Dal mio rifugio
scopro mani di gelsi
su curve avare.

Nella natura c'è il luogo adatto a me. Là sto bene.
Irene Navarra, Microcosmi, Fotografia e grafica, 2015.


martedì 2 febbraio 2016

Poetica 8 / Sono talvolta.


Prodigi naturali.
Silvia Valenti, Rovi, Fotografia, 2017.




Sono talvolta:
(sguardo ammaliato
dal chiaroscuro della palpebra,
fiamma che crede
il suo brillio possesso d'altri
e non si pavoneggia,
nido appartato
di piume
foglie
policrome pietruzze
e rari fiori effimeri
impastati con la terra).

Oppure qualche volta:
(come un profondo sonno
che serba solo il filo della vita).

E raramente anche:
(zoccolo scalpitante
impiastricciato di petali di rose,
naufraga nel primo alito di vento,
compagna occasionale di potenti allodole
tese al rifugio argenteo nella calante Luna).


Irene Navarra, DettagliAngeli curiosi, EdL 2005.





Qui si parla di Allodole della notte. Una metafora, naturalmente, del mio modo di sentire la Poesia e la Vita.
Poesia e Vita: un binomio duale strettamente intrecciato.