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sabato 13 marzo 2021

Poesia / Frammento 29: Calvario Verde.

Meditazione cromatica.
Ore 10.30 del giorno 13 marzo 2021.


Seduta tra le erbe già rigogliose del Prato Grande nella mia campagna - accanto a me Pippo Magnifico Setter - ammiro il profilo del Calvario che si staglia all'orizzonte. Chiudo gli occhi per un attimo e lo rivede brullo e consumato dall'arroganza degli uomini, così com'era molti anni fa. Ora si adorna di un manto riccioluto che mostra una gamma di verdi sfumanti in malva scuro.
Lui è il mio Dinosauro dormiente dalla groppa cespugliosa e intricata.
Il giovane principe tramutato in favoloso animale ma pronto a svegliarsi al mio primo sorriso. Lo guardo con amore, quel suo profilo tanto morbido. Sta per scuotersi tutto in sussulti di gioia pura.
Il suo Verde è il mio Verde.
Pace profonda nel nostro respirare insieme.
Tutto ritorna.
Pippo inala immobile il sereno fluire del Mattino.
Nell'Armonia sottile del Creato, il vivere più vero.

Rinasce Verde
la cresta del Calvario -
Nessuna croce.

Irene Navarra, Calvario Verde, Acquerello grafico, 2021.

giovedì 11 marzo 2021

Poesia / Percezioni: Mi si versava il Sole addosso.



Irene Navarra, In una giornata qualsiasi, Fotografia e Grafica, 5 marzo 2021.

Mi si versava il Sole addosso.
Le mani a coppa io lo raccoglievo
e ne bevevo il succo.
Senza bruciarmi.

Fatta di raggi ormai volavo in alto
librandomi con ali d’oro ardente.
Ero nel Sole.
Sua cellula infinita.
Sua memoria.
Nel cuore il magma dell’inizio.

Oltre le nebbie della Terra
vibravo di sorrisi a scrosci e cascatelle.
Fluido metallo fino.
Puro colore - mille occhi in me -
guardavo dentro il corpo della Stella
che mi aveva accolta nel suo seno.
Scintille e scoppi accesi il mio destino.

lunedì 1 marzo 2021

Poesia / Frammento 28: L'ombra di un cane (con Haiku).

Qui si racconta di un'esperienza specialissima vissuta con il mio Magnifico Setter Pippo in una Sera limpida di Febbraio.

Un canto sale lento nell’indaco che si incupisce.
Pippo respira piano.
Ascolta il suono della Sera.
Io vedo solo un’ombra trasparente davanti a me.
Ci stemperiamo in melodia
innamorati del nostro stesso farci lievi.

Irene Navarra, Sovrimpressioni, Fotografia e Grafica, 16 Febbraio 2021.

Fiuta il mio cane
la Sera di Febbraio
E l’assapora piano.

D'ombra soave
il morbido mantello〰
Si scioglie un canto.

venerdì 19 febbraio 2021

Poesia / Frammento 27: Incontriamoci all'Orizzonte.


Irene Navarra, Verso il San Gabriele / All'Orizzonte, Fotografia e Grafica, 2021. 


Incontriamoci all'Orizzonte.
L'ho detto in quella forma strana
che chiamo del Pensiero Lieve.
Tra me e me.
Come se l’Orizzonte fosse un bar
dove si va per un aperitivo.

Ero nel verde impallidito della mia campagna
quando mi vidi ridere e felice*
al limite lontano di quel mondo.
Là dove si fonde il cielo con il grigio di colline avare.
Riverberate da un fulgore
non della Stella che rischiara
l'universale essere concreto
- i nostri corpi effimeri -,
ma della gioia di anime fluttuanti attorno
rivolte a me che le abbracciavo in un sorriso.
Il placido sorriso delle Sfere.

Vivevo, dunque, all'Orizzonte.
Un'esistenza parallela non più isola deserta
ma Festa dì richiami e luce.

Vediamoci pertanto all’Orizzonte.
Staremo insieme.
Quietamente.

*Dante Alighieri, La Divina Commedia, Purgatorio, Canto VI, v. 48.

mercoledì 17 febbraio 2021

Poesia / Percezioni: E poi ci apparvero le colline viola.


Irene Navarra, Le colline viola, Fotografia e Grafica, 2021

E poi ci apparvero le colline viola
e furono risa e canti
e un nostro andare più veloce. Allegro.
Perché laggiù, dove svaniva il Sole
abbacinato della sua stessa luce,
avremmo riposato in campi di lavanda
e ascoltato Eartha Kitt
bevendo vino di Lillà.

Così bevemmo il vino del Lillà.
Mentre il cielo svariava nelle nubi 
- ombrose -
di quella sera strana,
in noi si aprirono
i suoi rari paradisi.

Adesso è il momento di ascoltare Lilac wine, una canzone  composta da James Shelton negli anni '50. Fu portata inizialmente al successo (1953) proprio da Eartha Kitt, attrice, cantante, ballerina e attivista politica statunitense vissuta tra il 1927 e il 2008. Il brano musicale trovò ampio successo nell'interpretazione di Jeff Buckley che la inserì nel suo album Grace del 1994 (qui).



lunedì 15 febbraio 2021

Poesia / Frammento 26: Foglia solitaria (con Emily Dickinson).


Figlia d'Inverno
la solitaria Foglia
sullo stivale ∼

Irene Navarra, Foglia d'Arte, Fotografia e Grafica, 21 Febbraio, 2021.

Il Frammento è nato dalla foto del post. L'ho scattata nel Parco del Castello di Spessa a Capriva del Friuli, sotto un'immensa quercia che domina solenne la piana circostante.
Dal Frammento, poi, si è snodata, quasi per autogenesi, la piccola storia minimale che vi racconto.

La Foglia si è appoggiata dolcemente sulla punta del mio stivale da pioggia e io, nell'incanto della sua ornamentale presenza, me la sono portata a passeggio, scrutata dagli occhi vigili di Pippo Magnifico Setter (qui qualche notizia dedicata).
Io la custodivo con circospezione e camminavo piano per non perderla.
Lui cercava di rubarla.
Forse giocoso, forse geloso.
Alla fine siamo arrivati a casa in tre: Lui, la Foglia e la sottoscritta.
Ora Lei, sottratta definitivamente ai denti di Pippo Magnifico Setter dispettoso, sta tra le pagine dei Selected Poems di Emily Dickinson (Bloomsbury Publishing LTD, 1992) e dialoga con la lirica There is a solitude of space scritta nel 1914 (pag. 125). Si è compiuto, dunque, il suo destino: farsi anima al cospetto di se stessa. Persa la freschezza turgida della linfa viva, la creatura vegetale ha conquistato una sorta di pura essenzialità protetta dalla grande Poesia. Nucleo finale del suo Essere stata ed Essere ancora.
Speriamo possa diventare immortale.

Qui di seguito il testo della lirica citata, che è la 1695 nella numerazione Johnson  del Corpus poetico di Emily Dickinson, 1696 nell'Edizione Franklin.

There is a solitude of space
A solitude of sea
A solitude of death, but these
Society shall be
Compared with that profounder site
That polar privacy
A soul admitted to itself –

Esiste una solitudine di spazio
una di mare
una di morte, ma queste
saranno gremite di presenze
se confrontate con quel luogo più profondo
che è l'intimità polare
di un'anima al suo stesso cospetto -

(Traduzione con libero adattamento di Irene Navarra.)

Nell'Edizione Franklin si trova anche il verso Finite Infinity. aggiunto alla fine. Johnson annota: "Non si conosce nessun autografo di questa poesia, qui riprodotta da due fonti: i primi sette versi seguono la trascrizione di Sue, che non copiò il verso finale. L'ultimo verso è tratto dal testo pubblicato." [The Single Hound, a cura di Martha Dickinson Bianchi e Alfred Leete Hampson, Little Brown, Boston, 1914]. Franklin trascrive la poesia seguendo la copia di Susan e considera il verso finale una probabile aggiunta editoriale.
Si può ipotizzare che nell'edizione del 1914 la figlia di Susan abbia potuto servirsi di un'altra copia, autografa o meno, ora perduta, ma la mancanza dell'originale dickinsoniano lascia la questione irrisolta.

venerdì 12 febbraio 2021

Poesia / Percezioni: Notte-Acqua Marina e Pesci Rossi (Ἰχθύς con me).


Sogno di una Notte di mezz'Inverno dedicato alla mia creatura Pippo Magnifico Setter. Il suo cuore generoso pulsa qui accanto a me. Stiamo pregando le stelle e il loro Creatore. Lui non sta bene. E mi tormenta questo suo soffrire.


Acqua Marina
e Pesci Rossi attorno
nel campo illuminato da una Notte chiara
colma solo di stelle discese a riposare
sull'orizzonte d'indaco screziato.
Non vedo ombra di Luna.
Forse non serve la sua perla di Luce.
C'è un'altra Luce che fibrilla
al limite lontano della mia Visione.
χθς racconta la sua storia.

rene Navarra, Notte-Acqua Marina e Pesci Rossi, Fotografia e Grafica, 11 febbraio 2021.


In questa Notte chiara di stelle che mi lambisce e penetra come fosse liquido sottile, me ne sto quieta sopra l’erba ghiaccia del prato grande nella mia campagna. Non più persona fisica ma immagine di quanto il desiderio sa allestire, non più logica lineare, niente prima e dopo, soltanto possibilità di un Tempo a sé presente / in sé concluso.
Tutto si fa, Tutto mi accade.

La Notte è la mia Acqua Marina fluida che porta Pesci Rossi in guizzi risplendenti.

Un’Acqua cosmica che mi fa respirare.
E distillare scorie.
E trasformare i miei residui di materia in linfa incandescente.
Nell’Acqua esisto.
Mi riconosco ancora umile fibra dell'Istante.
χθς si è fatto uomo anche per me.
Nell'Acqua Marina della Notte fluttuano segni nitidi.

lunedì 8 febbraio 2021

Poesia / Frammento 24: Capriccio.


Nelle movenze del chiarore suona
il tamburo basco l’alba zingara
che strina sopra il sole nubi.
Nasce da un calice di seta
e balla tra le dita l’accendersi
del verde naufragato in prugna
con giravolte truffaldine di calore.
Stagliata dentro il cielo un’allusione
espansa allo svariare in gioco.

Il Frammento Capriccio è tratto da Minimondi (Poesie e Acquerelli / Collana Artemisia Eventi / Luglio Editore) di Irene Navarra e Silvia Valenti. Il libro è stato pubblicato nell'Aprile del 2017.

Irene Navarra, Alba che danza, Fotografia e grafica, 2021.

sabato 6 febbraio 2021

Poesia / Frammento 23: Il respiro dell'Universo.

Essere.
 Sé e Altro da sé.
Contemporaneamente.
E coglierlo
quest'Attimo di rapimento estremo.
Cogliere il suo cuore prodigioso
che batte sempre più sonoro.
E dilatato.
Come fosse eterno.
Sentire nei polmoni
il refrigerio di un Respiro
che è dell'Universo
mentre si fa tuo.
Perché da quel Respiro inestinguibile
viene la Vita di ogni Anima immortale.
E il Tutto.

Irene Navarra, Dentro il respiro dell'Universo, Fotografia e Grafica, 2 ottobre 2020.

Nel nido di piante dal fogliame ancora folto e impreziosito da qualche tardivo grappolo di fiori, il Tempo si inviluppa orizzontale e la Parola fiata appena un gioco di suggestioni e voli.
Sommessamente.
Sì, la Parola ha vita propria quando la lasci fare.
Tronco, Foglie, Verde, Fiori, Aria, Vento sono - Parole e Concetti - nella Visione che mi attrae e si dipana come fosse vera.

Me ne sto immobile davanti a questo trionfo di natura - quasi di statua il corpo - mentre la mia sostanza eterea si abbandona a percezioni nuove. Così mi arrampico lungo un tronco liscio come se camminassi sul sentiero che mi porta dalla campagna a casa, poi mi siedo su un ramo e allungo una mano per toccare Foglie dalla buona voce frusciante, mi vesto del loro Verde mentre la pelle si screzia in venature iridate e vibro di coccole rosa e Fiori effimeri al Vento che mi scorre donandomi un unico respiro lungo d'Aria limpida.
Sono - lo so, lo sento - umile fibra dell'Istante.

Come un'allegoria, questo girovagare solitario della mente in sottile esperimento.
Sensi slacciati, i miei.
E pensieri condensati nell'Incanto.
Perennemente presenti.
All'Infinito.

giovedì 15 ottobre 2020

Poesia / L'opera incompiuta: Spontaneamente.


Irene Navarra, La bellezza delle margherite, Fotografia, 12 ottobre 2020.


Mi è successo dopo molto tempo: ho sentito il cuore palpitare mentre ammiravo delle semplici margherite vibranti al vento di ottobre. Così mi sono lasciata incantare dalla loro umile bellezza, dimenticando per un po' la sofferenza del distacco ultimo da chi ho amato più di me stessa. Se sono, dunque, capace di cogliere l'armonia di queste creature floreali, allora l'arrancare stancamente, invischiata in pensieri di estinzione rituale, non è più sostanza dei miei giorni.
Posso ri-sentirmi vivere.
E gioire per la pioggia che mi bagna il volto confusa alle lacrime, per le foglie carezzevoli del grande gelso che sembrano scostarsi quando mi ci rifugio dentro. Là dove ho sostato innumerevoli volte con Pablo Golden retriever che non c'è più (qui il post dedicato). 
Nel Nono tempo de l'Opera incompiuta racconto proprio questo.
Esploro un mio flebile ritorno.
Tra riso e pianto.




Poi, d’improvviso
ritorno a palpitare
per rispondere alla mente
menestrella di richiami minimi. 
Come un sussulto doloroso
il mio respiro. S’inarca
in uno scroscio di cascata. 
C’è di nuovo.

martedì 22 settembre 2020

Haiku / Fiori di rapa.


S’aprono accesi
lampi di solarità
da vili bulbi.

Irene Navarra, La mia campagna, Fotografia, 2016.

Fini stupori
dona la Terra al Cielo.
Fiori di rapa.


Irene Navarra, Fiori di rapa, Fotografia, 2016.



mercoledì 16 settembre 2020

Poesia / L'opera incompiuta: Nel verde.


Siamo al Terzo Tempo de L'opera incompiuta. Nel verde. Qui tento la trasformazione panica. Divento foglia. Ma non una foglia qualsiasi. Sono la foglia, ovvero un essere immaginario diverso dal me precedente. Mi faccio Altro. Tuttavia solo nella mente. La chiave del cambiamento è data da un assioma ora come ora inconfutabile:

IMMAGINO QUINDI SONO.

Così sia.

Irene Navarra, Metamorfizzando, Fotografia e Grafica, 2020.


Nel verde
(solo qualche inusitata volta)
riconosco l’assetto delle cose.

Anche di me
che sono un ibrido
di indipendenze brusche
dal conformismo unanime
e ammiccamenti occasionali.
Inconsapevoli dapprima.
Poi rei di adattamenti eccentrici.
Anomali in materia e forma. Impersonali.

(Ora m’inerpico sui bordi di una foglia. 
Con polpastrelli di smeraldo attingo
l’umore naturale come fosse vino.
Drenando sangue e linfa
so la bellezza duratura
delle vene della Terra.)

 

sabato 12 settembre 2020

Haiku / "Ragnatela" e "Lungo i binari in un giorno di dolore".


Irene Navarra, Ragnatela, FotoInstagram, 5 febbraio 2016.

Ragnatela

Anima tersa
in corpo vegetale.
Di vetro e luce.

A proposito del mio modo di fare haiku: sono anche una poetessa gendai
(un po' alla maniera di Kerouac).
Riporto alcuni significativi concetti da un articolo di Luca Cenisi (da I gendai haiku: un primo approccio teorico, in CINQUESETTECINQUE - Blog italiano per lo studio della poesia giapponese).
.

«Prendendo in prestito le parole del poeta austriaco Dietmar Tauchner (Lo haikai vive di novità. Breve introduzione ai gendai haiku, 2015), possiamo dunque affermare che lo haiku moderno (gendai) “riguarda ogni aspetto della vita umana, incluse le esperienze della guerra, le conseguenze dei conflitti nucleari, e via dicendo”.
Da un punto di vista compositivo, il poeta gendai non segue regole prestabilite. Il modello 5-7-5 viene, infatti, spesso sostituito da uno schema più “aperto” (jiyuritsu 自由律 o “forma libera”), mentre lo stacco (kire 切れ), pur continuando a trovare largo impiego, può non di rado perdere la propria referenzialità nell’economia complessiva dello scritto.
Per contro, conquistano maggior spazio figure retoriche come la metafora e l’analogia, in grado di veicolare esperienze e significati al di là del puro dato letterale; il linguaggio si arricchisce del valore del simbolo, seguendo uno sviluppo meno diretto e immediato e maggiormente prospettico, esaltando la semantica delle parole mediante processi di associazione o contrasto più raramente riscontrabili negli haiku tradizionali.
A giocare un ruolo determinante, nella stesura di un buon gendai haiku, rimane la profonda consapevolezza del momento storico-sociale in cui vivono l’autore e il lettore, il desiderio di vivere pienamente il presente percependo quel soffio vitale che anima ogni cosa, anche quegli oggetti o avvenimenti che ne risultano apparentemente privi.»
Quindi:

Lungo i binari in un giorno di dolore (Identificazione).

Cuore di ragnatela dentro il petto
trafitto dal Distacco acerbo.
Di vetro sì. Ma senza luce.

All'improvviso lo sfolgorio di un treno.
Il suo rapido argento
e il ritmo di metallo nel silenzio.

giovedì 6 agosto 2020

Poesia / Percezioni: La mia è una natura floreale. Persino arborea.

Sondare la tua essenza per capire chi sei, può diventare un dramma, se non rinunci a vederti nella nudità più disarmante e aliena. La meditazione in ciò aiuta, soprattutto quando sperimenti la tipologia regressiva in cui è maestro il grande psichiatra Brian Weiss. Riappropriarsi del vissuto inconscio per capire meglio il conscio, porta una letizia tale che ti senti in grado di far ballare un tango sfrenato alle tue gambe inadatte a qualsiasi esercizio fisico che non sia il puro passeggio lento. Provare per credere. Un suggerimento, questo, palesemente trito e ritrito. E anche di infecondo carattere esortativo. Banale in verità, ma necessario perché la ricerca sulle vite trascorse risulta troppo efficace come metodo di riconoscimento. Un tanto non per rivelare che ho scoperto di essere stata una macchia giallo-rosa spalmata tra l'erba a mo' di improbabile fiore, o un albero piuttosto scomposto, oppure un modesto rivo dalle acque malva-oro. Non ho questa presunzione. Tuttavia, dopo prove e controprove, mi sento di affermare che, forse, è proprio così. Sono stata un fiore, un albero, un rivo.

Irene Navarra, Idee native, Disegno grafico, 5 agosto 2020.

Mi muovo in una scena strana
formata da elementi vegetali non perfetti.
Solo abbozzati in geometrie puerili.
Schizzi essenziali, idee native
con dentro l’anima di alberi e di fiori.
Ho i loro semi radicati nelle mani.
Dai pori della pelle rampollano
pulsioni fresche. Aculei di sensazioni.
Pistilli intrisi di sentori intensi. Oscuri.
Mi dicono che sono floreale.
Persino arborea.
Credo di sì.
E mi confonde un po’
questa natura vaga in redenzione dal mio corpo,
intendere la resina di sangue e linfa verde
in turbinio perenne nelle vene.
Però mi alletta il primordiale gancio
che mi trascina indietro 
a riscoprire inizi senza uso di parola.

martedì 14 luglio 2020

Poesia / Percezioni: La strada di malva.


Irene Navarra, La strada di malva, Acquerello e Grafica, 14 luglio 2020.

Dovremmo amare la vastità del cielo, inazzurrarci nella sua anima immortale. E invece ci deturpiamo in distruttive lotte e deturpiamo il mondo di veleni senza antidoti possibili.
In bilico tra terra e cielo seguo una strada di malva e mi adorno di mistici residui: resti di un tempo buono e creature amabili. Se libero ricordi antichi, avrò la mia personale mappa di salvezza in una geografia di primigenie ali angeliche.
Così sia.

La strada di malva come il cielo
e tracce nel colore appena percettibili.
La casa là (forse una chiesa
con croci svanenti dal camino)
s’irradia in fiamma quasi spenta.
Ma non di focolare o di candele.
Di sangue ormai rappreso.
Una’aria rugginosa ha tolto fiato al Sole.
Incombe luce fosca sulle pene
di chi procede avulso dalla vita.
È solo specchio d’ali angeliche
stremate da un oltraggio estremo.

(Raschiare il sacro da ogni cosa
è imperativo categorico
di chi ha soffocato cuore e mente
in cieche formule blasfeme.)

Esigo una natura intatta
che renda agio al volo, al sogno.
Al rosso sfavillante dell’amore puro.
Al mio respiro.

(Da: Irene Navarra, Percezioni, 14 luglio 2020.)

lunedì 20 aprile 2020

Poesia / Diario: La bellezza collaterale (Carezze).


Irene Navarra, Primavera ride lieta, Fotografia, 2020.


(Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire)

Carezze

Pioggia di petali su di me.
Il ciliegio di casa, i suoi tesori.
Il susino dispiega la sua organza.
Gli alberi accompagnano un andare dolce. Sulle spalle ho carezze arboree che lasciano un senso di fresco mai provato.
Ogni marzo preparo il mio girovagare allestendo una corte di Angeli. Pablo golden retriever fiuta tracce e profumi di presenze arcane. Emma golden retriever mi sfiora la gamba con il suo corpo immacolato.
Ho pareti di cristallo attorno.
Primavera ride lieta negli speziati fiori di sambuco ai bordi delle strade e nelle dense magnolie di Casa Bensa.

21 marzo 2014

domenica 19 aprile 2020

Poesia / Diario: La bellezza collaterale (Sguardo nell’oro del sole che tramonta).


Irene Navarra, Sguardo nell'oro, FotoInstagram, 2017.




(Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire)

Sguardo nell'oro del sole che tramonta

Una panchina di pietra bianca riverbera di luce pura.
Fisso lo sguardo nell’oro del sole che tramonta.
Stupore inenarrabile.
Calore dentro il petto che accoglie lo splendore effimero.
L’aria vibra e rifrange aliti di porporina fervida.
Mi siedo nella gloria del momento.
Pablo asseconda questa sospesa meraviglia.
Estatico si appoggia alla mia gamba.
Sento il canto potente dei raggi incandescenti dentro il cielo muto.

Così restiamo assorti senza contezza alcuna di quanto è vita e quanto no.

14 febbraio 2020

sabato 18 aprile 2020

Poesia / Diario: La bellezza collaterale (Come soffioni graziati dall’Inverno).



Irene Navarra, Soffione-Anima, FotoInstagram, 2016.


(Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire)

Come soffioni graziati dall’Inverno 

Tramonto grigio e ciclamino. Gelo che entra pungente nei polmoni. Rumore leggero delle unghie di Pablo sull’asfalto. Fretta sapiente di profumi freschi della neve che verrà. Erba del campo stropicciato dall’Inverno che non mostra passi. Eppure le mie orme e il tondo del tartufo del mio cane restano impressi nell’aria che ci accoglie. Scavi sottili. Eteree parvenze.

Siamo gli osservatori quantici del nostro punto zero.
Da lì iniziare.
E cancellare tutto quanto non è qui e ora protratto all’infinito.

Poi il ritorno a casa.

Come soffioni graziati dall’Inverno perché nascosti in un anfratto e snidati con foga dalla Bora.
Così fluttuiamo incolumi nelle folate pure.

22 gennaio 2020

lunedì 6 aprile 2020

Haiku / Dharma Pops.


Vi presento questa mia raccolta lirica.
Vi troverete Illuminazioni e Pensieri di ispirazione zen.
Sono Dharma Pops alla maniera di Kerouac
Ogni frammento è accompagnato da Visioni di mia creazione.






Per scoprire il contenuto fate scorrere il libro nel suo box di incorporamento.



lunedì 30 ottobre 2017

Poesia / La terra, la visione (Le nostre radici 3).


Irene Navarra, Una porta sul tempo ritrovato, Fotografia e Grafica, 2017.


Nell’aria che s’imporpora e s’annera
graffi di sole, euforiche folate
tra griglie in bilico precario
su muri scalcinati.
Frasche selvagge, gatti,
una palma straniera nella corte.
Dilavarsi cencioso della legna.
Dietro le imposte stanze
a schegge di ricordi.
Catalogo essenziale: grembiule
di percalle pendente dal suo gancio,
il pentolino per il caffè turco,
pareti con bordure a stampo
(uva turchina pere crochi stilizzati),
l’alone di un’icona trasferita
(una Madonna con Bambino?
un mezzobusto di Gesù?),
tendine-rotte-orlo-punto-croce-
colori-bulgari più rimasugli-
pizzi-a-incasso. A jour.
Matasse disfatte di accaduto.

(Spazi lasciati.
Il tempo solo fuori.
Conchiglia sulle impronte
sghembe della noncuranza.)

Qui se vuoi saperne di più su La terra, la visione (Gorizia e dintorni tra realtà e sogno) le cui immagini sono costituite dalle opere ad acquerello e olio del pittore Roberto Faganel.
Le magistrali traduzioni sono di Jolka Milič (Grande ufficiale dell'Ordine della Stella della solidarietà italiana concessa dal Presidente della Repubblica Ciampi nel 2005) e di Gloria Angeli dell'Università di Udine.
L'Introduzione è stata curata da Silvia Valenti, critico d'arte e orafa. Qui il suo sito e Qui la sua Presentazione del libro.