Irene Navarra, Protezione, AIArt, 1 Dicembre 2023. |
venerdì 1 dicembre 2023
Poesia / Frammento: Protezione.
giovedì 30 novembre 2023
Poesia / Cronaca: L'anima s'invola.
Irene Navarra, Respiro universale, AIArt, 30 Novembre 2023. |
giovedì 12 ottobre 2023
Poesia / Frammento: Sotto il cappello rosso.
mercoledì 11 ottobre 2023
Poesia / Tanka 84: L'arroganza delle rose.
Quasi famigliare.
P_Irene Navarra, Le rose, AIArt e GraphicArt, 11 Ottobre 2023. |
martedì 10 ottobre 2023
Poesia / Ritratti: Carlotta e le rose bianche.
per il mio volto stanco
e il cuore chiuso.
Solo l'immacolato delle rose rare-
antichi amori.
P_Irene Navarra, Carlotta e le rose bianche, AIArt e GraphicArt, 10 Ottobre 2023. - Immagine generata con Stable Diffusion - |
Quelle bianche. Opulente e innocenti.
Adesso me le infilo di nuovo nei cappelli. Come emblema della forza rinata. Ho superato tempeste di malattie gravi e morti devastanti. Ciò che mi ha stroncata, è stato l'assassinio di mio nipote, Alessandro il Bello re del mio cuore di nonna. Colpito per strada da un proiettile vagante. Era stupendo. In tutti i sensi. Mia figlia se n'è andata con lui. Qualche mese dopo. Non ha retto.
Io sì, invece. Non volevo, ma...
Così sono tornata alle rose. Quelle bianche.
Per piangere con amiche complici.
Le rose mi hanno salvata.
Un giorno, passeggiando nel mio Giardino personale, mi sono sentita chiamare da una voce strana. Scrosciavano parole come acqua di fonte. Mi sono girata e ho visto un cespuglio di rarissime Ferencz Deàk agitarsi. Il loro bianco mi accecava. La vena rosa data dalla carezza del sole sfumava ineffabile. Una in particolare propendeva verso di me. Era la quintessenza della grazia. Immacolata e ciarliera.
L'ho ascoltata. Mi ha detto di ridere. Mi ha detto che le mie rughe diventavano solchi incredibilmente simpatici quando ridevo. Che ci avrei potuto coltivare i loro semi da tanto erano profonde. Mi ha detto Sei bella, Carlotta, figlia mia, ridi.
mercoledì 4 ottobre 2023
Poesia / Frammento: Hortus conclusus.
P_Irene Navarra, Hortus conclusus, AIArt e GraphicArt, 4 Ottobre 2023. |
Poesia / Frammento: La vita d'ambra (Meditazione polisensoriale)
domenica 1 ottobre 2023
Poesia / Cronaca: C'erano una volta i fiordalisi.
Irene Navarra, C'erano una volta i fiordalisi, AIArt e GraphicArt, 1 Settembre 2023. |
domenica 24 settembre 2023
Poesia / Cronaca: Tra sogno e realtà.
P_Irene Navarra, Paesaggio di sogno, AIArt e GraphicArt, 24 Settembre 2023. - Tecnologia: Stable Diffusion XL - |
Non è che si sta sempre benea spasso per nitidi vialettidi un paese immaginario,sognato, risognatoe chiuso al tuo risvegliotra pastelli coloratinello scrigno dei ricordi,non è che la vita di ogni giornote la salvi con quel po' di fantasiaingenua tanto da sorriderecome una madre fadavanti al figlio che vaneggia.Eh, sì. Perché lo stacco col realepuò solo addolorarti.Non consola.
Le piante ben curate nascondono serpenti.E quelle nuvole del cielo sono tosco denso.Le pietre dei camminamenti riciclano gli scarti.Come una droga, il sogno ti s'insinua dentro.Genera un mostro che divora in un boccone,mastica, estrae umori,ti sputa infineridotto a una poltiglia disgustosa.E per rigenerartici vuole un'era di emozioni belle,a occhi bene aperti.Altro dai ghirigori della fantasia!
Resto dentro la polvere di strade campagnolepovere e arse, tra erbe imbastardite,nell'urlo della bora che spettina anche il cuore.Questa è un'isola felice,ricca di spine conficcate nella pelle,di paglie dure più dei sassi.Qui bevo violaceo vino di sambucomangiando le radici amare della terrache mi ha vista nascere.Qui me ne sto pacificatamentre chimeriche visioni si sciolgono
alle spalle e colano in gocce trasparentisopra i roveti, sulle zolle impervie:manna preziosa per le creatureche mi interpellano al passaggio.
giovedì 14 settembre 2023
Poesia / Percezioni: La perfezione del Tondo.
P_Irene Navarra, Nature tonde, AIArt e GraphicArt, 14 Settembre 2023 |
Anche del Sole che più tondo di così...
La guardo, questa natura adatta alle carezze.
La osservo con amore, mi ci immergo
trattenendo il fiato.
Se sono fiori
e insinuo passi lievi tra cerchietti d'oro fino.
Se sono alberi,
mi arrampico e sistemo tra braccia
compiacenti a simulare culle.
Se sono nubi,
che serva da rifugio,
dicendomi solenne:
venerdì 8 settembre 2023
Poesia / Cronaca: I giorni senza verde.
Irene Navarra, Verde, AI Olio e Grafica, 8 Settembre 2023. |
Ci sono giorni in cui la mia natura- di per sé verde -
si spegne grigia insieme con il fiato.Allora resta solo immaginaredi colorarmi come se giocassi,recuperando il quando le foglie delle margherite
- strofinate tra le mani e un po' mangiate -mi fossero gemelle cellulari di un genomafresco di clorofilla intatta.Storie di ragazzina troppo fantasiosaadesso ancora affascinantisedendo - gambe in croce - sul mio prato,o nel rifugio compiacente della casa solitaria,se chiudo gli occhi e conto lentamente1, 2, 3,fino al prodigio di sentirmi nuova.Così seguo nei palmi come fogliela mappa delle nervature,con le pupille smeraldine volte all'orizzonte
le ascese ripide delle collinefruscianti una lingua universale,i segni frastagliati delle nubiche chiudono gli stami nella loro ovatta.E mi coloro a poco a pocodi verde che tripudiae cambia la sostanzamentre la vita va.Solenne per il mito del ritorno
in cui mi faccio bella e pura e in pace.
giovedì 7 settembre 2023
Poesia / Frammento 72: Un copricapo di fiori.
mercoledì 30 agosto 2023
Poesia / Percezioni: Sentire i fiori.
I mughetti e i lillà erano i fiori preferiti di mia madre. Dei primi ho scritto Qui, Qui e Qui, dei secondi parlo oggi per un particolare occorsomi durante la mattina.
Appena alzata ne ho percepito la fragranza e il colore, anche se – lo so bene – non è questa la loro stagione.
Così ho sussurrato Ciao mamma, e mi sono dedicata ai soliti rituali quotidiani.
lunedì 28 agosto 2023
Poesia / Percezioni: Cantava il mare.
Irene Navarra, Il mare dietro i pini, AI Olio, 28 Agosto 2023. |
sabato 26 agosto 2023
Poesia / Frammento 71: Di giallo, verde, viola.
Irene Navarra, Di Giallo, Verde, Viola, AIArt - Acquerello e Pastelli su carta ruvida, 26 Agosto 2023. |
e mentre il verde serenamente acquieta
giovedì 24 agosto 2023
Poesia / Frammento 70 : Oro.
lunedì 21 agosto 2023
Prosa / Racconto breve: Henrietta e il drago,
Irene Navarra, Henrietta e il Drago, AI olio su tela, 18 Agosto 2023. |
Una forma quasi di piccolo dinosauro con una cresta sul dorso, due miniali aperte sui fianchi e una lunga coda, se ne stava in una fessura del sentiero.
Henrietta si fermò un pochino interdetta, si stropicciò gli occhi e guardò cercando una messa a fuoco migliore.
Forse era un'allucinazione. Guardò, quindi, aspettandosi il nulla di sempre.
E tuttavia la forma era là.
Sussultava a tratti. Come se respirasse a fatica.
Che fare?
Decise di avvicinarsi.
Avanzò piano, fermandosi a circa mezzo metro da quello che ormai si poteva definire un animale.
Immerso in una specie di catalessi, a tratti bubbolava. Ovvero buttava fuori l'aria dalle narici in scoppiettii ripetuti.
Sembrava un incantevole, minuscolo drago bianco. Bianco tutto il corpo, la coda, le creste della testa e del dorso. Le ali e le zampe, invece, viravano in vaniglia caldo.
Un drago. Uscito da un libro di favole. Divenuto realtà per qualche caso astruso.
Uno spettacolo incredibile, però.
Nessuna paura la agitò. Anzi un'intensa ridda di emozioni le si scatenò nell'intimo. Per qualche oscura ragione riusciva a cogliere la fragilità di quella creatura singolare.
Si inginocchiò, pertanto, accanto alla buca, posò lo zainetto a terra togliendoselo dalle spalle, lo aprì con calma e ne estrasse una sciarpa azzurro cielo di morbidissimo chiffon.
Lui si lasciò prendere senza reagire. Aprì gli occhi, scrutò per un attimo Henrietta con pupille verdissime - due perle smeraldine velate di tristezza - e si rincantucciò tra le sue mani amorevoli, accomodandosi nella sciarpa azzurro cielo che lei rimboccò attorno al buffo muso.
Poi si addormentò. Profondamente al punto da sembrare esanime.
Henrietta, però, sapeva con chiarezza che lui viveva, dato che il corpicino iniziava a scaldarsi e il petto andava su e giù, con ritmo regolare.
Che incontro! realizzò allora Henrietta.
E corse verso casa.
Percy intanto sognava quanto gli stava accadendo. Come in un film. A un certo punto si accorse di trovarsi in una cuccia grande e confortevole, accanto a un letto dove riposava la sua salvatrice, emettendo ogni tanto dei lievi sospiri. Di soddisfazione, pensò. Per averlo trovato. Felice dell'ipotesi, si girò sull'altro fianco e continuò a nannare.
Non stava così bene da molto.
Aveva vagato e vagato. Una meta c'era, di sicuro. Ma non sapeva in quale luogo.
Finché non era arrivato alla rustica stradina di terra rossa serpeggiante tra i campi. Là avrebbe avuto inizio la sua vera avventura. In qualche modo sarebbe successo. Lo aveva capito nel suo cuore di drago buono.
E avveniva per davvero.
Protetto dai teneri sentimenti di Henrietta, Percy si avviava al termine prefissato per ogni essere della stirpe dei draghi bianchi. Quelli cioè che avevano compiti segreti e delicati da svolgere, e non si trasformavano mai in sputafiamme, pur se impauriti o attaccati.
Dopo un tempo che Percy non poteva valutare (ore, giorni?), Henrietta gli sussurrò qualcosa all'orecchio, mentre lui ancora planava tra nuvole e fiori, ornandosi le creste di gelsomini nel lungo dormiveglia ristoratore. Aguzzò i suoi ipersensi e udì che gli comunicava una notizia fantastica: Ti chiamerò Percy, bisbigliava accarezzandogli la punta del naso, il diminutivo di Percival. Come lui anche tu hai percorso strade infinite, lo sento. Qui c'è il tuo Graal. Quando ti sveglierai, brinderemo insieme, con latte e succo di lamponi.
Percy sognò che lei lo battezzava solennemente con quello che era il suo nome sin dalla nascita. Gli faceva cadere alcune gocce di latte sulla testa, scandendo le parole: Tu sei Percy.
Henrietta lo aveva intuito.
E ciò significava una cosa sola: lei era la sua meta.
Dopo questo pensiero, il sonno ritornò pesante e beato.
E lui fu solo una minuscola anima fluttuante.
Colma di gioia per l’incontro inaspettato Henrietta parlava di Percy a tutti, ma nessuno le dava credito perché nessuno lo percepiva o vedeva. Non si accorgevano della sua esistenza.
Credevano che la ragazza fosse lievemente disturbata e non la contrastavano.
Henrietta chiacchierava con Percy e gli raccontava il suo disagio. Lui ribatteva-spiegava-rintuzzava-assentiva-dissentiva, cercava di consolarla, rappresentandole la poca importanza del fatto che nessun famigliare o amico volesse darle fiducia e partecipare ai loro dialoghi. Lei se ne lamentava, mentre banchettavano a pane e miele e bevevano latte con succo di lamponi.
Percy viveva in una dimensione parallela visibile solo a lei?
Lui rispondeva paziente e la invitava alla gentilezza e allo stare di animo sereno.
Li aspettava un futuro ricco di vicende fascinose. Non doveva crucciarsi. Lei era Sole, Luna, Stelle. Brillava di una Luce abbagliante. Lui era nel suo destino. Questo bastava.
Destino che, intanto si andava preparando, nonostante le saltuarie ubbie, comunque solo momentanee. Duravano i dieci secondi della preghiera recitata ritualmente in coro quando dovevano esorcizzare qualcosa di brutto, tipo ingiurie e atteggiamenti maligni.
Per il resto Henrietta e Percy gravitavano in una dimensione perfetta.
Lei imparava da lui il linguaggio dei draghi: una serie di gorgheggi modulati che erano la chiave per comunicare con i fiori.
Lui acquisiva da lei le tecniche migliori per arrampicarsi sulle querce e da quelle postazioni privilegiate guardare l'orizzonte, immaginando di arrivarci in volo.
Percy ascoltava con espressione compunta, nascondendo l'innata dote magica del teletrasporto per sé e per gli amici. Non ne abusava mai. La formazione severa, che gli era stata impartita, si basava sul principio della riservatezza. Che non aveva mai, proprio mai, travalicato.
Ora era arrivato il momento.
A voce ferma scandì a Henrietta l'ordine di chudere gli occhi e di contare per tre volte tre.
Lei obbedì d'istinto e seguì le indicazioni.
Dunque: nel preciso istante in cui le palpebre le si dischiusero, immediatamente comprese quanto era successo e atteggiò la bocca in un oh di stupore. Sedeva, con Percy allato, tra i rami del gigantesco cedro cresciuto sulla collina blu-viola che prima era stata il loro orizzonte.
Il ritorno sulla quercia fu altrettanto veloce e prodigioso.
Da quell'esperienza Henrietta non stressò più Percy con lagne inutili. Accettò il suo miracolo e si godette lo scorrere delle stagioni.
L'Autunno, l'Inverno, La Primavera e l'Estate successivi al loro incontro divennero gli stupendi scenari in cui ambientare la quotidianità, balzando di esplorazione in esplorazione.
Una notte, prima di addormentarsi nella sua cuccia (si era agli inizi di Settembre), Percy disse a Henrietta che la mattina, al risveglio, sarebbe iniziato quell'itinerario favoloso che il Tempo tesseva per loro.
Henrietta non capì del tutto, ma si fidava.
Biascicò Sì e scivolò nelle visioni di ogni notte, con cani, gatti, merli... e Percy. Sapere di un domani con lui, il suo Percy bianco-vaniglia, era già un motivo valido per dormire saporitamente.
Henrietta e Percy si alzarono all'unisono portati da uno stesso desiderio: uscire alla chetichella per scorrazzare nelle campagne selvagge attorno a casa, scendendo fino al fiume, magari. Fecero la solita colazione di pane con miele, latte con succo di lamponi e presero il viottolo che li avrebbe portati alla calma libertà di quei luoghi deliziosi, dove si erano imbattuti a vicenda.
Saltellavano, si spingevano, cantavano motivetti d'invenzione. Percy aveva una voce da tenore bella e melodiosa. Chi mai l'avrebbe sospettato in un draghetto bianco e vaniglia! Henrietta intonava il tema di fondo e suonava un immaginario violino, la cui musica si generava magicamente.
Ah, l'intelligenza dell'universo! Quanto era potente! Nessun software ultratecnologico sarebbe riuscito a eguagliarla. Neanche un briciolo di meraviglia in loro per la sinergia che sembrava scaturire dagli alberi, dal cielo, dal Creato tutto. Erano parte di un prodigio dalla consistenza talmente reale da non dubitarne.
Scherzando e ridendo, quindi, arrivarono al fiume, alle sue acque turchesi, alle robinie, ai rovi, ai cespugli di vitalba e caprifoglio, ai pioppi e ai salici rigogliosi tra i cui fusti inscenarono lieti giochi innocenti.
Armonie di una gita in piena letizia.
Grazia pura.
Finché non avvertirono un guaire flebile.
Si precipitarono, Henrietta e Percy, verso il luogo da cui sembrava arrivare il richiamo e giunsero con il fiato corto a una piccola ansa riparata da degli imponenti massi disposti in semicerchio attorno all'acqua a formare un primitivo tempio naturale. E là, in un'erosione profonda della pietra di centro videro un cane riverso nel fango. Sembrava un Setter. Uno dei numerosi spesso abbandonati dai cacciatori. Lo raggiunsero e, mentre Henrietta lo esaminava per vedere se avesse qualche frattura, scoprendolo maschio, Percy le posò il muso sulla schiena e le disse: Te l'avevo preannunciato che questa sarebbe stata una giornata speciale. Ecco, lui sarà il tuo compagno per molti anni e io vi scorterò con il cuore. Ho svolto il mio compito. Entro breve non mi vedrai più. Ma non per questo non sarò accanto a voi. Sono un'infinitesima parte dell'anima che fa vivere l'universo. Io sono voi e voi siete me. Addio, amica cara. Adesso posso tornare in pace al mondo mio d'origine.
E sparì.
Con le guance inondate di lacrime e una sofferenza atroce che la lacerava, Henrietta raccolse l'infelice vittima della crudeltà umana e filò rapida verso casa. Percy era al suo fianco, lo sapeva, e la confortava la convinzione che non fosse scomparso completamente.
Ma non di dolore.
Di gratitudine.
giovedì 17 agosto 2023
Prosa / Racconto breve: In Rose.
La formula narrativa è quella della Trasformazione, naturalmente.
Da esseri umani in piante.
Sullo sfondo, appena accennato dalla voce narrante, un Amore saffico.
Che è sentimento, in questo caso, oltre ogni confine immaginabile.
Irene Navarra, In Rose, AI Olio su tela,17 Agosto 2023. |
Anna portava un bouquet di Rose Rosa, tenendolo saldamente davanti a sé con due mani.
Come uno scudo di petali fragranti.
Gli occhi incollati alle corolle, completamente smarrita nella loro sostanza.
Niente di che, mi dissi, ama i fiori.
Poi la osservai meglio, e vidi racemi e foglie che crescevano sulla sua veste e si arrampicavano sul collo. A velocità incredibile.
Lei era assorta in sogni lontani.
Sembrava ignara della sua strana condizione.
Mi spaventai e le suggerii attenzione, perché le succedeva qualcosa di terribile.
Mi rispose, sorridendo enigmatica, che lo sapeva, e lo voleva quel convertirsi rapido.
Lo voleva da tanto tempo perché aveva una natura diversa. Più vegetale che umana.
Lei era una Rosa d'anima.
In breve lo sarebbe diventata anche di corpo.
Senza dolore.
La trasformazione era iniziata.
Dopo complicati innesti, radicava e gemmava, finalmente.
In perfetta letizia, affermò con la voce svaporante in un fruscio tenue, e un sentore verde che iniziava a espandersi dalla sua pelle bruna. Misto anche al lieve profumo delle Rose Rosa.
Ero turbata.
Lei subiva quella Metamorfosi del tutto consenziente.
E non me ne aveva fatto nemmeno un cenno.
Con una punta acuta di risentimento considerai che l'avrei perduta per sempre.
Lei, l'Amore della vita mia, l'avrei perduta per sempre.
Così l'abbracciai, schiacciando le sue rose.
Quasi per vendetta.
E mi ferii con le spine.
Sanguinai.
Abbassai lo sguardo sul liquido fresco che sgorgava dal mio petto e lo notai traslucido di brillii preziosi.
Stillava da me fluida giada verde.
La comprensione si fece strada. Come una cuspide elettrica. E mi invase tutta.
La strinsi di più.
Con un senso di completo, felice abbandono mai provato prima mescolammo le nostre essenze, trasformandoci insieme.
Mentre si intrecciavano le braccia e le bocche si sfioravano morbidamente duttili, fummo infine Rose.
Un unico cespuglio in pieno splendore di incredibili Rose Rosa.
lunedì 14 agosto 2023
Poesia / Minimondi : Tra le mie ciglia (Haiku in "Il Tempo, le sue orme").
Irene Navarra, La mia campagna, AI Olio su tela, 14 Agosto 2023 |
a opera della grande letterata Jolka Milič.
sabato 12 agosto 2023
Poesia / Percezioni: il potere delle nubi (Trasformazione in viola tempesta).
Si esalta nelle Luce, la conquista, la usa
e la riflette attorno.
Così la Natura può diventare grigia, d'oro, viola...,
Mentre Loro, Le Nubi, trasformano la sostanza,
insistendo particolarmente sull'acqua
che le riflette senza contenerle.
di uno Sciamano soprannaturale molto creativo.
|
può portarmi a modulare la mia furia
Quando Lui, il Sole, tornerà
e io mi scioglierò,
resa vapore dai raggi del mattino,
o mi mescolerò all'acqua stellante della pioggia.
Di trasparenza incoronata.